Volley donne, Saja va a Roma: «San Giovanni nel mio cuore»

Con il recupero di venerdì perso 0-3 contro l'Acqua & Sapone Roma, si è conclusa l'avventura di Stefano Saja sulla panchina della Consolini San Giovanni in Marignano. E' stato un vero e proprio "passaggio" di consegne, quello di venerdì perché nella prossima stagione Saja siederà sulla panchina dell'Acqua & Sapone, che ha vinto il campionato di A2 e si è guadagnata la promozione in A1. «Sonocommosso -dice Saja abbandonandosi alle lacrime - perché saluto una grande famiglia. Un gruppo di lavoro che mese dopo mese si è trasformato in uno straordinario gruppo di amici. San Giovanni è qualcosa di davvero unico nel panorama della pallavolo italiana. Un gioiellino, un’oasi felice. Chi sceglie questo piccolo paese, trova una grande comunità. Persone speciali che danno l’anima ogni giorno affinché tu possa lavorare al massimo senza avere tanti pensieri per la testa. Non è un caso che ogni estate, il presidente Manconi, abbia la fila di ragazze che vogliono indossare questa maglia. San Giovanni in Marignano è la dimostrazione che anche il piccolo può essere grande».

E pensare che è arrivato alla Consolini quasi per caso...

«Maggio 2017, io ho appena terminato la mia prima stagione da capo allenatore a Soverato, in A2. Il presidente mi propone il rinnovo, ma rifiuto. Il richiamo della famiglia a Senigallia e della mia piccola Alice di appena quattro mesi è più forte di tutto. Proprio in quei giorni anche San Giovanni rimane orfana dell’allenatore, Riccardo Marchesi va in Francia, a Le Cannet. Mi chiama Manconi e mi chiede se mi può interessare la panchina della Battistelli. Io dico sì. Poi, con la solita franchezza, mi dice che ci sono problemi di budget e che non sa se riuscirà a iscrivere la squadra al campionato di A2. A 48 ore dalla scadenza, mi telefona: sei il nuovo tecnico della Consolini».

E da lì è partita la grande avventura.

«Sì, ci mettiamo immediatamente al lavoro per costruire la squadra e fin da subito capisco di avere al mio fianco una persona che conosce molto bene la pallavolo, il suo gioco e le ragazze. Riusciamo a mettere insieme un buon gruppo. L’obiettivo è quello di salvarsi tranquillamente. Partiamo e giochiamo fin da subito un’ottima pallavolo e vinciamo. Tanto. Ci qualifichiamo per le Final Four di Coppa Italia, a Bologna, dove portiamo 600 tifosi e dove vinciamo a sorpresa il trofeo. Conquistiamo anche la finalissima per salire in A1, ma perdiamo 2-1 con Chieri, riempiendo il palazzetto di Rimini. La stagione successiva confermiamo lo zoccolo duro e scommettiamo su alcune giocatrici. È un campionato strano: in casa vinciamo, fuori, invece, fatichiamo tantissimo. Nonostante tutto c’entriamo nuovamente la semifinale di Coppa e chiudiamo al quarto posto. Arriviamo alla stagione scorsa. Ripartiamo da una base importante alla quale aggiungiamo qualche inserimento di spessore. Vinciamo quindici gare consecutive arrivando in finale di Coppa Italia. Purtroppo, qualche giorno prima, la nostra palleggiatrice, Ilaria Battistioni (convocata di recente in nazionale da Davide Mazzanti, ndr) si infortuna e noi, nonostante un’ottima Bonelli, fatichiamo. Trento, in campionato, ci supera di un punto e quando dobbiamo scontraci arriva il Covid che ferma tutto. L’estate 2020 ci vede passare nel giro di 72 ore dalla serie A1 alla possibilità di non iscriverci neppure all’A2. È una corsa contro il tempo, facciamo la squadra quando tutti sono già a posto. In tanti ci danno per spacciati, invece le ragazze hanno fatto un lavoro eccezionale conquistando addirittura la Pool Promozione. Ma la conquista più grande è aver mantenuto viva la società».

C’è una vittoria che l’ha inorgoglita più delle altre?

«Mi ha inorgoglito vedere tante ragazze passate da San Giovanni, giocare in A1. A parte Ilaria, penso a Zanette, Decortes e ne potrei citare altre. Sono giovani ma dimostrano che con Stefano e lo staff, ci avevamo visto giusto. E non posso non citare Saguatti, il cuore di questa squadra. Anche quest’anno ha trovato il modo di darci una mano».

Adesso cosa si aspetta a Roma?

«Ora riparto da Roma: credo fosse il momento giusto per rimettermi in gioco. È una grande piazza esarà un’avventura affascinante. Ma il primo risultato che chiederò, sarà sempre quello di San Giovanni in Marignano».

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