No a volley in campo a Natale, Saitta (Consar Ravenna) scrive al Papa

In una lettera aperta indirizzata a Papa Francesco, nei giorni scorsi il capitano della Consar Ravenna Davide Saitta aveva espresso, da cristiano praticante, tutto il suo dispiacere per il fatto di scendere in campo il giorno di Natale con la sua squadra a Trento. Una lettera pacata nei toni e di grande sensibilità che ha colpito tra gli altri il presidente della Consar Stefano Casadio, che ha risposto al suo giocatore in un intervento pubblicato dal sito della società ravennate.

Ecco il testo integrale: "Ho sentito alcuni che dicevano “che coraggio che ha avuto Saitta a scrivere la lettera al Papa e renderla pubblica!!”. Ho pensato a lungo e non credo si tratti di coraggio, ma di essere un uomo vero, con le proprie debolezze, le proprie certezze, i propri sentimenti, i propri affetti, le proprie paure. Forse bisogna essere anche semplici ma soprattutto puliti e solidi per poter esternare al Papa il disappunto di non poter trascorrere il Santo Natale in compagnia della moglie e della figlia di pochi mesi senza polemiche, misurando le parole, esprimendo candidamente il sentimento e il dispiacere che viene dall’interno senza menzionare colpe o colpevoli. Grazie Davide per averci ricollocati nel mondo vero. Spesso, ovattati dal gioco, dal mondo divertente dei palazzetti dove, vincenti o perdenti che siamo, assistiamo tutti ad uno spettacolo piacevole, immersi inconsciamente nel consumismo del black-friday, accecati dallo sfarzo delle luminarie natalizie, perdiamo di vista l’incessante correre della vita, spesso subendola passivamente, accettando remissivamente le decisioni di altri senza sapere neanche chi siano. A volte ci celiamo dietro al senso di impotenza come se fosse un parafulmine, una giustificazione, un alibi che ci dà la forza però di criticare le cose che accadono con amici, colleghi, come nella miglior codifica del vittimismo, senza agire, senza percepire fino in fondo che siamo asserviti ai poteri dei grandi interessi al di sopra di tutti. Forse ho esagerato: non volevo mettere in campo morale né moralismo che nel tuo gesto non c’entrano nulla, ma la forza delle tue parole, esternate senza alzare i toni (cosa non comune nei nostri tempi) mi ha fatto sobbalzare. Ti sono grato per quello che hai fatto. Noi tutti, sportivi e non, sia che condividiamo o meno la lettera, dobbiamo sentirci nobilitati di aver un collega, un compagno che con un coerente rispetto delle regole e una educazione dialettica impeccabile, ha denunciato una situazione non condivisibile e questo vale più di qualsiasi schiacciata nei tre metri come insegnamento ai giovani. Grazie per l’esempio, la tua società è orgogliosa di averti come capitano".

La presa di posizione di Saitta ha colpito molto anche la Diocesi e, in particolare, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni che ritiene la richiesta del giocatore "più che legittima e che fa riflettere su un mondo, quello dello sport, che fatica sempre di più a fermarsi anche di fronte ai valori. Al di là del caso specifico, lo sport è indubbiamente veicolo di importanti valori da promuovere – spiega monsignor Ghizzoni –. Ma ce ne sono altri da difendere, come il tempo della festa e della famiglia. È in gioco il senso stesso del Giorno del Signore, ogni domenica e, in particolare, del Natale che richiama tutti al dono prezioso dell’incarnazione di Cristo nel mondo. Valori per noi credenti ma anche per tutti, per i quali, come scrive Saitta, di dovrebbe sacrificare un po’ di spettacolarità del gioco”.

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