Vite ordinarie, amicizie e fantapolitica per Alberto Cassani

Cultura

ELISA DALL'ARA

Esce oggi 21 gennaioUna giostra di duci e paladini, il romanzo di Alberto Cassani, una storia intrigante e coinvolgente che racconta le avventure di un normale gruppo di amici sconvolto da un mistero inatteso. La scomparsa del giornalista Victor Costa, che possiede informazioni scottanti sul governo, è l’interruttore che fa esplodere il plot e disorienta il quieto vivere dei suoi amici. Un libro che «nasce dalla volontà di raccontare una storia di amicizie lontane e ritrovate – dice Cassani – e dal desiderio di narrare la vita di una città di provincia e le vicende politiche che vi si intrecciano. Sono tanti i temi che mi stanno a cuore».

L’autore, già assessore alla Cultura a Ravenna, ha pubblicato il libro con la casa editrice Baldini+Castoldi, per la quale aveva esordito nel 2018 con “L’uomo di Mosca”.

Il mistero di Una giostra di duci e paladini si dipana in un’alternarsi di ambientazioni (dalla cittadina del nord Italia a Bruxelles, Milano, Parigi, Bangkok, Roma), di avventure amorose e colpi di scena, di crisi esistenziali e ricordi invadenti. Il tutto sullo sfondo della grande storia, della cronaca politica e dell’informazione globalizzata: «Mi sono occupato per tanto tempo di politica, quando scrivo una storia è un elemento che non può mancare. Perché la politica mette in contatto il piccolo con il grande mondo. La vera protagonista però, è sempre la scrittura».

Cassani si è ispirato a “2666” di Roberto Bolaño, «un capolavoro assoluto della narrativa contemporanea», per il carattere corale della narrazione. L’idea è che «tutti i personaggi hanno la stessa importanza e funzione narrativa».

Ma soprattutto si tratta di personaggi normali: aprendo Una giostra di duci e paladini troveremo vite e circostanze ordinarie, «tutti i personaggi provengono da una realtà di provincia, non sono famosi, vivono la loro vita nell’anonimato. La cosa che volevo esplorare è come una piccola città possa intrecciarsi alla grande storia».

Ecco allora la “giostra” del titolo, «a lungo ho cercato una parola che potesse rendere le caratteristiche salienti del romanzo – spiega Cassani –, la giostra indica un movimento circolare e giocoso. Ed è una parte del romanzo, quella di avventura, della vertigine che vive il bambino nella giostra. Ma con giostra un tempo si indicava il torneo medievale, dove i cavalieri si scontravano, spesso andando incontro alla morte. Quindi giostra anche come rischio e sfida, concetti che ci portano ai duci e paladini, si sfidano nel romanzo. I termini risalgono a una traduzione molto colorita e poco letterale del “Faust” di Goethe, ma si adattavano bene ai personaggi della mia “giostra”».

Le pagine di Cassani si lasceranno divorare grazie all’ironia ponderata che le pervade, «un aspetto molto forte del mio romanzo, che aiuta a prendere la giusta distanza dagli avvenimenti più drammatici e inquietanti. Siamo abituati a un uso della parola come combustibile, che fa esplodere le passioni, le brucia con violenza. Credo che la creazione letteraria parta da presupposti opposti. Gli antichi dicevano che la scrittura purifica le passioni. Credo che di questo ci sia sempre bisogno».

Alberto Cassani, “Una giostra di duci e paladini”, Milano, 2020, Baldini + Castoldi, pp. 356, euro 18,00

“L’uomo di Mosca”la prima provadello scrittore

Uscito nel 2018, “L’uomo di Mosca” è stato il primo romanzo di Alberto Cassani, ravennate classe ’65, per anni assessore alla Cultura di Ravenna, e successivamente coordinatore della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019. Una spy story per narrare una vicenda ambientata tra la città dei mosaici e la capitale dell’ex Unione Sovietica. Una storia che spinge il protagonista – figlio e nipote di storici militanti comunisti, convertito senza grandi entusiasmi alla quotidianità della borghesia di provincia – a far luce sul racconto del nonno Mario, a lungo tesoriere del partito a Ravenna.

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