Virus, nuove assunzioni: altri 200 infermieri in corsia in Romagna

L’Ausl Romagna sta continuando la sua politica di assunzioni: dopo aver accelerato il turnover siglando un centinaio di contratti a tempo indeterminato agli infermieri (di cui una trentina destinati a Ravenna) vista la situazione difficile negli ospedali, passa alle assunzioni a tempo determinato per coprire le necessità in corsia figlie dell’emergenza Covid-19.

Una politica così massiccia di assunzioni da parte dell’azienda sanitaria non si vedeva da tempo, anche se negli ultimi anni era ricominciata – con diversi concorsi – una copertura dei posti vacanti più marcata rispetto al passato. La crisi di questo mese ha accelerato moltissimo le cosse: sono così oltre 200 i professionisti della sanità che verranno assunti con contratti a tempo determinato di sei mesi per fronteggiare l’emergenza. Nella sola Ravenna dovrebbero arrivare 64 infermieri. La parte più consistente (90 infermieri) è riservata a Rimini, la città che più sta soffrendo l’epidemia.

Molti di questi professionisti saranno giovani laureati: non si scorrerà quindi soltanto la graduatoria in vigore ma l’Ausl ha già chiesto i nominativi dei giovani che sono usciti da questa sessione a Faenza e Rimini e lo stesso farà con quelle di aprile. Una chiamata massiccia in corsia a cui parteciperanno anche gli operatori sociosanitari: gli Oss assunti a tempo determinato sono in tutto 103 (20 a Ravenna, 50 a Rimini, 15 a Cesena e 18 a Forlì). Numeri importanti che si inseriscono in un quadro regionale che mostra l’imponenza delle misure messe in campo: 1.500 e assunzioni effettuate in tutta l’Emilia-Romagna contro il Covid-19. Lo ha detto ieri il presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha fatto il punto della situazione. Di questi, 900 sono infermieri, 300 medici, 300 oss e cento tecnici.

Bonaccini ha parlato anche della penuria di mascherine facendo notare: «In tutta la regione avremmo necessità di 350mila mascherine chirurgiche al giorno e di oltre centomila FFP2 e FFP3». Numeri importanti: va qui ricordato che queste mascherine, soprattutto se utilizzate in ambito sanitario, non possono essere riutilizzate e hanno una durata di otto ore (un turno) nel caso in cui non si lavori con pazienti infetti. Altrimenti vanno cambiate immediatamente. «Problema analogo con la fornitura di camici». Le consegne, centralizzate dalla Protezione civile, si sono rivelate «insufficienti» e così la Regione ha deciso di puntare sulla conversione di aziende del territorio: la prima a rispondere è stata un’azienda reggiana in grado di produrre circa 120mila pezzi al giorno.

Il governatore ha spiegato anche che un problema rilevate è anche quello dei tamponi. «Ci siamo scontrati dapprima con la necessità di potenziare il numero dei test, poi con la capacità dei laboratori di refertarli in tempi utili. Ora c’è il problema dei reagenti». In ogni caso, «l’obiettivo era passare a cinquemila tamponi al giorno, non ci siamo ancora ma quasi, visti i circa 4.500 test effettuati in entrambi gli ultimi due giorni» Un passaggio importante, quello dei test perché pur essendo aumentati molto negli ultimi giorni il numero di positivi non si è alzato ed è anzi in calo. . Bonaccini vuole estendere le analisi sulle categrie a rischio, a partire dal personale medico infermieristico e gli Oss

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