Virus, a Faenza anatre e conigli in centro. Lupi e volpi in collina

Faenza

FAENZA. La quarantena e l’isolamento umano genera sorprendenti mutamenti nella natura. Cambia il comportamento della fauna, sia quella selvatica, sia quella presente nei parchi o randagia in città e paesi. In certi casi si assiste anche ad un avanzamento della vegetazione che, viste le attività di contenimento ridotte, si riappropria del territorio.

Ci sono fenomeni evidenti in tutta Italia: caprioli sgambettano in centro a Pesaro, daini si rincorrono nei parcheggi a San Lazzaro di Savena. I delfini sperimentano acrobazie nei porti, i lupi spadroneggiano sulle piste da sci, anatre e oche vanno a passeggio nei centri storici di numerosi paesi.
Anche Faenza non è immune da questi effetti collaterali del coronavirus. I cittadini hanno segnalato in questi giorni stormi di uccelli a tappezzare l’asfalto di via Granarolo, anatre che attraversano la strada sulle strisce pedonali in corso Mazzini, conigli a godersi il sole in rotonde e aiuole, scoiattoli nei giardini e nei cortili del centro storico, oche vaganti in piazzale Pancrazi, fagiani in zona San Rocco.

Lupi e volpi tra le case
In collina e in campagna spopolano tassi e istrici tra Reda e San Barnaba, cinghiali a Santa Lucia, caprioli in zona cimitero dell’Osservanza, un lupo è stato visto vicino a Pieve Tho, a Brisighella, volpi si aggirano vicino alle case a valle della via Emilia. «L’uomo retrocede e la fauna avanza – spiega il dottor Fabio Dell’Osso, veterinario dell’associazione che ha in gestione i parchi Bucci e della Rocca -: noi siamo gli esseri più invadenti e come ci allontaniamo dagli spazi solitamente occupati, gli animali se ne riappropriano, escono dai parchi, non lo fanno per fame, ma per istinto esplorativo. Prima poteva capitare, ma ora il fenomeno è esploso. Compiono giri più lunghi nella città silenziosa e poco trafficata, poi rientrano nei parchi, perché è lì che li rifocilliamo».

Cibo e controlli veterinari
La gestione dei parchi continua senza interruzioni anche in questo periodo di chiusura.
«I nostri volontari, muniti di dispositivi di protezione individuale e non più di due alla volta – continua Dall’Osso – sono impegnati nel portare il cibo, senza cambiamenti di qualità e quantità. Abbiamo provveduto a fare anche una piccola scorta, compresi medicinali, infatti neppure i controlli veterinari sono interrotti». E l’ utenza come ha preso la chiusura? «Ha compreso, a parte due episodi nei giorni scorsi di ragazzi entrati abusivamente nel Parco della Rocca e subito allontanati con una bella strigliata». Secondo la Coldiretti però ci sono animali “devastanti” come i cinghiali che subito hanno captato l’attenuazione dei contrasti alla loro proliferazione e invasione di campi e colture. «La proliferazione senza freni – sostiene l’associazione - sta mettendo a rischio. oltre alle produzioni e alla sicurezza di agricoltori e allevamenti, anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Vanno riattivati i contenimenti».

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