Smantellato il business degli abiti falsi

Rimini

RIMINI. Oltre 350 perquisizioni in 16 regioni italiane e nella Repubblica di San Marino per smantellare un giro d'affari milionario generato dalla produzione e dalla vendita di capi d'abbigliamento e accessori falsi, ma spacciati per veri. Consiste in questo, in sintesi, l'operazione 'Eden brand', partita nelle prime ore del mattino e che vede coinvolti oltre 1.000 militari di 130 reparti della Guardia di finanza, coordinati dalla Procura di Rimini. Le perquisizioni in corso in tutta Italia e, tramite rogatoria internazionale, a San Marino, sono state disposte dall'Autorità giudiziaria riminese "nei confronti di operatori del settore dell'abbigliamento (fabbriche, stamperie e boutique). I reati ipotizzati, spiegano le Fiamme gialle, sono "contraffazione e immissione nel circuito del commercio di centinaia di migliaia di capi d'abbigliamento e accessori contraffatti di noti marchi, come Thrasher, Pirex, Subprime, Adidas, Vans e Fila".

Il caso

Le indagini, condotte dai militari del Comando provinciale di Rimini, sono scattate dopo un primo sequestro, avvenuto in ottobre nella città romagnola, di 1.500 capi d'abbigliamento e alcuni cliché per la stampa dei loghi. Secondo i finanzieri gli indagati, quattro riminesi, "avrebbero avviato, sfruttando la fraudolenta registrazione nel territorio di San Marino del marchio riconducibile a noti 'brand', coperti da tutela della proprietà intellettuale in ambito internazionale, una massiccia produzione di abbigliamento contraffatto, poi venduto al minuto ad ignari clienti in tutta Italia anche nelle boutique, confuso con i prodotti originali". Si tratta, proseguono le Fiamme gialle, di condotte "particolarmente ingannevoli", visto che "consentivano di vendere il prodotto contraffatto allo stesso prezzo dell'originale e di generare in poco tempo cospicui profitti a danno della buona fede del consumatore e della leale concorrenza". Ora, anche sfruttando la collaborazione delle Autorità della Repubblica del Titano, le Fiamme gialle riminesi "hanno avviato accertamenti anche per quantificare il giro d'affari realizzato dalle aziende coinvolte, che in pochi mesi pare abbia già raggiunto il valore di alcuni milioni di euro".

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