Falso invalido da 10 anni

Rimini

CESENA. C’è anche un falso invalido cesenate tra quelli che nelle scorse settimane sono stati colpiti da ordinanza di sequestro da parte del Gip del Tribunale di Napoli. Dopo che la Polizia Tributaria della guardia di finanza partenopea aveva denunciato 93 persone.Tutte da processare, secondo le accuse, per aver per un periodo di almeno 10 anni usufruito di una falsa pensione di invalidità e relativi assegni d’accompagnamento. Si tratta di persone che hanno ottenuto false certificazioni d’invalidità. Con le quali smettere di lavorare e percepire una pensione. Lo stato deve avere indietro da ognuna di loro cifre oscillanti tra i 100 ed i 150 mila euro. Più gli interessi.
Le fiamme gialle hanno bussato anche alla porta di un'abitazione di Cesena dove vive un falso invalido cesenate.
Aveva abitato in Campania fino ad alcuni anni fa. Poi, con la pensione al seguito, si era trasferito a Cesena assieme alla famiglia. Qui è stato raggiunto da un’ordinanza del Gip di Napoli che gli sequestra quanto in suo possesso. In attesa di dover restituire tutto il maltolto nel caso venga poi in futuro condannato dal Tribunale.
Il sequestro di beni per equivalente di 9 milioni di euro è scattato nei confronti di 93 indagati ed è stato disposto dal Gip di Napoli nell’ambito dell’indagine su una truffa all’Inps e all’Asl “Napoli 1 centro” per pensioni di invalidità false. L’inchiesta era partita a settembre 2009 ed aveva già portato a 580 misure cautelari ed a sequestri per altri 34 milioni. Le persone che sono destinatarie del provvedimento sono residenti a Napoli e provincia, ma anche tra l’avellinese, Trieste, Porto Sant’Elpidio, Reggio Emilia ed appunto una a Cesena. I riscontri documentali hanno mostrato che quasi nessuno degli indagati, pur godendo di pensione di invalidità, aveva presentato domanda al distretto sanitario di appartenenza, né era stato sottoposto a visita medica. Era solo arrivata agli uffici competenti documentazione falsa che ha permesso loro di ottenere un punteggio superiore al 74%, il minimo previsto dalla legge. Tra il 2004 e il 2013, la maggior parte degli indagati ha percepito indebitamente 100mila euro circa (come nel caso del cesenate) ma c’è chi è arrivato a ottenerne 150mila euro. In qualche caso, visite mediche con esito negativo erano state «trasformate» in accertamenti positivi con falsi verbali. Per la Procura di Napoli, esiste una “regia” unitaria della truffa nella quale sono coinvolti dipendenti della pubblica amministrazione nei cui confronti si è proceduto in una tranche di inchiesta diversa. Sigilli nelle scorse settimane sono stati messi a 4 immobili e 54 veicoli.

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