La bomba all'imbocco delle dighe del porto di Marina di Ravenna non è più un pericolo

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Missione compiuta e la bomba di Marina di Ravenna è stata fatta brillare in mare aperto. I sommozzatori sono entrati in azione verso le 9 avviando le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico ritrovato durante le operazioni preliminari ai dragaggi. Per permettere di svolgere le operazioni in sicurezza sono state chiuse sia la diga foraneza di Porto Corsini sia quella di Marina di Ravenna. Chiusi anche i due moli guardiani. L’ordinanza è stata firmata ieri dal presidente di Autorità portuale e sarà in vigore dalle 8 alle 17.
L’ordigno è stato ritrovato nel corso delle attività subacquee di bonifica bellica - attività che normalmente si svolge prima di ogni intervento su fondale o banchine, tramite ditte specializzate, su incarico dell’Autorità di Sistema Portuale - è stato rinvenuto nell’avamporto del Porto di Ravenna un ordigno. Si tratta presumibilmente di una bomba d’aereo di tipo “MK 4 UK” della lunghezza stimata di circa 110 cm e del diametro di 38 cm. L’ordigno che si trova interrato a circa 1,3 metri sul fondale di 11 metri, è stato lasciato nella posizione originaria in sicurezza e segnalato con apposito galleggiante. Dopo il ritrovamento della bomba sono stati subito attivati i protocolli di sicurezza che scattano in questi casi. Subito dopo il ritrovamento Autororità portuale si è messa al lavoro per definire tempi e modi delle operazioni di bonifica, a salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata.
Le attività di dragaggio con la draga di Fincantieri, necessaria per la navigazione nel canale Candiano, non si possono infatti avviare sino a quando l’ordigno non sarà rimosso e non sarà completata la bonifica bellica dell’area.

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