Il vescovo Lambiasi di Rimini ai sacerdoti: «Prendetevi cura dei bambini»

Rimini

RIMINI. Prendetevi cura dei bambini, soprattutto di quelli più in difficoltà. È il senso della lettera inviata dal vescovo Francesco Lambiasi ai sacerdoti e religiosi della Diocesi, nel giorno della festa dedicata a San Giovanni Bosco. Scriveva infatti don Bosco, ricorda il pastore riminese. «L’educazione è cosa del cuore. Vero. Dio ci ha mandato Gesù a insegnarcene l’arte e a offrircene le chiavi: “Lasciate che i bambini vengano a me”. E ancora: “Chi accoglie anche solo uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me”».
Prima però, monsignor Lambiasi ha rimarcato il ruolo e le fatiche di un educatore. «Vi vedo fedeli, generosi, tenaci - ha scritto -. Sì, anche affaticati, con un carico amministrativo pesante, ma contenti di essere preti. Pertanto datemi il piacere di dirvi soltanto una parola: grazie. In particolare, grazie per quanto fate e farete per la cura dei più piccoli, dei minori e di quei “fratellini e sorelline”, che versano in condizione di vulnerabilità. Con il catechismo. Con l’oratorio. Con i grest, i centri estivi, i campi scuola e il molto, quant’altro».

Un impegno quotidiano che si rispecchia nei ragazzi che gravitano intorno alle parrocchie. «Il fatto del numero ancora alto di bambini e ragazzi che frequentano i nostri percorsi educativi - un numero che in questi anni in diversi casi è perfino aumentato - dice quanto i rispettivi genitori, pur con diverse motivazioni, ripongano una solida fiducia in voi e nei vostri preziosi collaboratori. È in questa linea che si colloca il Servizio diocesano di tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Mi preme ricordare che è papa Francesco a chiederci questo prezioso, inderogabile servizio. Lo chiediamo anche noi vescovi della Conferenza episcopale italiana e di quella emiliano romagnola. Senza mai dimenticare che è tutta la comunità che deve prendersi cura dei piccoli: genitori, diaconi, catechisti, animatori, insegnanti, allenatori e quanti sono impegnati in attività di culto, carità, animazione e ricreazione».

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