Verso Santiago, da Laza a Ourense

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Oggi tredicesima tappa da Laza a Ourense (in galiziano) o Orense (in castigliano). Si è partiti di buon ora e si è affrontata subito sulla OU-113 la lunga  e faticosa salita che ci ha portato ad Albergueria. La salita ha molti tratti impegnativi anche se la splendida vista sulla valle ripaga della fatica e aiuta l’andare. Dai 500 metri slm di Laza si arriva ai 900 di  m slm di Albergueria dopo 6 km di faticosa salita. Il paese di Albergueria è costituito da poche case alcune anche malandate ma in questo piccolo borgo esiste El Rincon del Peregrino  gestito da Luis Sande. Quest’uomo è un simbolo, un mito di questo percorso; di poche parole, schivo, quasi ascetico, con un grande senso umano, religioso, oserei dire sacerdotale del Camino. Averlo immortalato in una foto che mi ha concesso è stato motivo di grande emozione e di grande orgoglio Con modalità quasi rituali ti fa scrivere il proprio nome su una conchiglia che poi appende insieme alle centinaia, ma direi meglio migliaia che fanno bella mostra all’interno del suo locale. Un incontro emozionante ed indimenticabile! Si sale ancora fino a 970 m slm che rappresenta il punto più alto di questa tappa e la fatica è veramente tanta! Il dolore alle gambe soprattutto nei punti che strappano maggiormente  è veramente notevole. Oggi poi è una giornata calda con temperature che arriveranno nell’arco del giorno a 34 gradi e questo rende ancora più difficile il nostro incedere. Finalmente abbiamo incominciato a scendere verso Vilar del Barrio e di nuovo miracolosamente a metà della discesa ho incontrato gli orientali che in realtà non sono giapponesi ma coreani. Abbiamo fraternizzato immediatamente (Santiago in questo è unico!). Abbiamo fatto alcune foto e ci siamo salutati affettuosamente come se ci conoscessimo da tempo. Non so se li rivedrò domani. Ne sento quasi la nostalgia! A  San Villar del Barrio la piccola chiesa di San Pedro Fiz, poi attraverso un percorso ondulato siamo passati attraverso i piccoli borghi tipicamente rurali di Boveda, Vilar de Gomareite, San Miguel, Padroso. A Boveda si incontrano i primi horreos della Galizia, le tipiche costruzioni in pietra sopraelevate dal suolo per conservare le derrate alimentari. In discesa continua, dopo un breve riposo sotto una quercia per ristorarci, abbiamo proseguito verso Ourense. La città ci è parsa grande, quasi caotica, dopo tanti giorni trascorsi in quasi totale solitudine;  la  popolazione è di circa 105000 abitanti e  la città nasce come città romana nel I secolo d.C lungo la strada , descritta nell’Itinerario Antonino, che univa Bracara Augusta ( oggi Braga in Portogallo) e Lugo  (Locus Augusti). Sotto l’impero romano divenne importante centro di raccolta dell’oro che si trovava nel fiume Mino che l’attraversa, da cui sembra derivare anche il suo nome originale (aurum).

Abbiamo visitato la città per quello che ci è stato possibile e nella zona monumentale abbiamo ammirato la cattedrale esternamente romanica ed internamente barocca di S. Martino (XII-XIII sec), nonché la chiesa di S. Eufemia con la sua animata piazza sede di innumerevoli bar e  infine plaza Mayor, con le sue strette vie, antichi palazzi balconati e portici. Ourense è a circa 100 km da Santiago, utili per ottenere la Compostela per chi percorre il Camino a piedi. Noi, seppur stanchi e con le energie ridotte al lumicino, ma con il costante e irrinunciabile sostegno di Aldo e Denis ci apprestiamo alla penultima tappa che sulla carta dovrebbe essere di circa70 km, impegnativa nella parte iniziale. Il nostro punto di arrivo dovrebbe essere Silleda. Forza e coraggio! Santiago con la sua  grande Cattedrale si avvicinano sempre di più!  Stanchezza ma anche tanta nostalgia per questo incredibile e irripetibile percorso che sta per terminare! Buen Camino

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