Verghereto, centralina idroelettrica: continua la battaglia legale

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In un groviglio di ordinanze e ricorsi, tra Comune di Verghereto, Arpae, Unione dei Comuni, Tar, Regione, Corte di Cassazione e adesso nuovamente Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, la storia della centralina idroelettrica Para 1 pare destinata a proseguire all’infinito, nonostante dal 2017 vi sia un’ordinanza di demolizione.

L’impianto, progettato almeno dal 2005 e realizzato da Amga Energia nel 2007 lungo il torrente Para in località Pastorale, in funzione dal 2008 con la gestione di Amga Energia e Servizi srl, nel settembre 2017 doveva essere demolito per “illecito edilizio” secondo un’ordinanza dell’Unione dei Comuni. Subito partirono ricorsi contro il provvedimento. La questione è arrivata in Cassazione, dopo la revoca da parte della Regione della autorizzazione, ed ora, dopo la sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che dichiara la propria incompetenza in materia di impianti e concessioni per l’utilizzo delle acque, prosegue anche presso il Tribunale Superiore delle Acque a Roma.

Tra il 2017 ed il 2019, verificato il mancato rispetto delle prescrizioni con cui gli enti avevano approvato il progetto dell’impianto, l’Unione dei Comuni dispose il ripristino dei luoghi e la Regione revocò la delibera del 2005 di autorizzazione. Di qui i ricorsi di Amga Energia e Servizi e di Hera spa al Tribunale Amministrativo Regionale contro le ordinanze di demolizione emesse dal’Unione dei Comuni ed al Tribunale Superiore delle Acque contro la revoca dell’autorizzazione regionale.

Su quest’ultimo ricorso, dopo che il Tribunale Superiore delle Acque l’aveva respinto confermando la validità della revoca da parte della Regione, il contenzioso è proseguito con un ulteriore ricorso in appello, con Amga Energia che ha chiamato la Regione presso la Corte di Cassazione, l’ultimo gradino possibile di giudizio.

È invece recente la “sentenza – non sentenza” del Tar, il quale dichiara che anche per quello che riguarda impianto, cabina ed opere annesse, trattandosi di opere collegate a concessioni ed utilizzo di acque, la competenza è del Tribunale Superiore delle Acque. Ed è a questo tribunale che ora Amga Energia si è appellata, con l’Unione dei Comuni che naturalmente ha dato incarico ad uno studio legale per resistere in giudizio.

Tra le prescrizioni che non risultavano rispettate gli enti segnalavano la cabina di trasformazione realizzata in un nuovo edificio, mentre il progetto prevedeva il restauro e la ricostruzione in parte di un fabbricato esistente adibito a mulino. Inoltre si rilevava la mancata realizzazione di opere di protezione della condotta con scogliera di pietre e la mancata installazione di reti paramassi. La Regione aveva quindi ingiunto nel 2018 al Comune di Verghereto, proponente il progetto, di ripristinare l’opera come previsto in sede di valutazione del progetto o di «conformare gli atti autorizzativi alla situazione di fatto».

Il Comune presenta istanza di autorizzazione unica per modifica sostanziale in sanatoria nel settembre 2018 ma l’Arpae Forlì-Cesena con nota del maggio 2019 ha negato l’autorizzazione poiché in pratica l’impianto così come realizzato non rispettava il disciplinare della concessione relativa all’utilizzo dell’acqua.

La Regione il 6 settembre 2019 ha quindi revocato la delibera del 2005, «atto presupposto a tutte le autorizzazioni, alla realizzazione e all’esercizio e che determina conseguentemente il divieto di utilizzo dell’impianto idroelettrico».

Parte prima il ricorso al Tribunale Superiore della Acque e poi alla Corte di Cassazione.

Intanto si conclude a novembre con la sentenza di “incompetenza” il ricorso al Tar e parte un ulteriore ricorso al Tribunale Superiore delle Acque.

L’impianto comunque è sempre lì.

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