Verghereto, azienda devastata dalla neve attende rimborsi dal 2018

Cesena

Da ormai tre anni un’importante azienda agricola e di allevamento nella zona del Monte Fumaiolo ha subito danni consistenti per neve e maltempo, col crollo del tetto di un capannone. Ma nonostante il riconoscimento da parte del Governo dello stato di emergenza, non si sa se e come vi potrà essere un rimborso o un contributo per le ingenti spese necessarie alla ricostruzione.

La famiglia Stoppa si è rivolta nel pomeriggio di giovedì al presidente della Regione Stefano Bonaccini e ieri mattina è subito giunta una telefonata dagli uffici della Protezione civile regionale, molto apprezzata per la solerzia e la cortesia ma sostanzialmente senza particolari novità.

Il disastro del2 marzo 2018

Nella mattinata del 2 marzo 2018, dopo alcune nevicate inframmezzate da piogge che appesantirono i cumuli di neve sui tetti, crollò quasi completamente il tetto di un fabbricato dell’azienda agricola “La Radice”, oltre Alfero e Riofreddo, lungo la strada per la “Straniera” ed il Monte Fumaiolo. Le foto danno subito la dimensione del danno, quantificabile in circa 200.000. Nel capannone erano anche ricoverati i mezzi dell’azienda, due trattori e una jeep, oltre a un’auto privata.

Da allora tutto è rimasto così.

«Il tetto è crollato la mattina del 2 marzo, verso le 9.30 - si ricorda molto bene Rossana Goretti, moglie di Ruben Stoppa - Per fortuna non c’era nessuno lì sotto in quel momento. Ci siamo anche molto preoccupati per la nostra abitazione: avevamo i bambini a casa da scuola e siamo stati nella stalla, perché lì c’era il tetto di cemento armato».

L’azienda, che alleva anche bovini della razza romagnola, gestisce un punto vendita di carni ad Alfero.

Zero aiuti fino ad oggi

Neppure l’assicurazione ha pagato, per via di una clausola che esclude i danni provocati da “sovraccarico” di neve.

Dopo quasi tre anni, la situazione è bloccata e Rossana Goretti ha scritto a Bonaccini.

Nella sua «richiesta di aiuto al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini», la malcapitata sottolinea che sia dall’assicurazione che dalla Regione «noi non abbiamo ricevuto niente, e questo è un grande problema. La struttura è molto grande e affaccia il suo lato sinistro nella stalla dove i nostri animali rimangono per 6 mesi dell’anno, necessitiamo di un luogo dove tenere il frumento e tutto il cibo per gli animali che non possono andare al pascolo a causa del freddo. Siamo in grande difficoltà, ci siamo rivolti alla comunità montana (ora Unione dei Comuni, ndr), al nostro Comune, a tantissime persone che non sanno neanche dove mandarci per fare domanda almeno per un contributo per la ricostruzione totale della struttura, che è vitale per questa azienda. Mi appello al suo buon senso - conclude Goretti - e alla sua capacità di considerare ogni cittadino di questa regione vitale. La disperazione mi ha portato a scriverle questa lettera, col grande augurio che le arrivi e che possa darci una mano».

La richiesta alla segreteria di Bonaccini è arrivata, e ieri c’è stato il pronto contatto da parte degli uffici della Protezione civile regionale.

Il mistero dei bandi per i rimborsi

Sui danni del maltempo 2018, dopo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, con decreto del presidente Bonaccini in veste di commissario delegato dal Governo, furono pubblicati due bandi, con scadenza 31 luglio 2019, per il rimborso dei danni subiti da privati e titolari di imprese ed esercizi commerciali.

«Saranno invece oggetto di ulteriori bandi, in fase di elaborazione - era stato annunciato il 10 luglio 2019 sul sito della Protezione civile regionale - i contributi rivolti alle aziende del settore agricoltura colpite dagli stessi episodi di maltempo».

E poi cosa è successo?

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