Stop a nuovi insediamenti, già salvati 15mila ettari

Verde

L’Emilia-Romagna taglia oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piani regolatori generali (Prg) e nei Piani strutturali comunali (Psc). Sì tratta del 70% in meno, una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini.

È questo il primo risultato concreto della legge regionale n. 24/2017, “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, a cinque anni dall’entrata in vigore. La conferma arriva da una ricognizione effettuata dalla Regione in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma, per verificare lo stato di attuazione delle previsioni insediative. Un taglio molto probabilmente destinato a salire. Stop a nuove previsioni insediative in espansione, rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse. Questi i due assi portanti della legge.

«Siamo una delle poche Regioni che si è data una legge che disciplina il consumo di suolo. E ora siamo nelle condizioni di fare un bilancio oggettivo, mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale- hanno detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessora regionale alla programmazione territoriale e paesaggistica, edilizia e politiche abitative, Barbara Lori -. I dati ci dicono che la nostra legge sta funzionando, come confermano anche le analisi relative alle aree a rischio idrogeologico dove il taglio ha raggiunto in ettari, l’80% del totale. Ma è evidente che siamo davanti a un problema che non può essere affrontato solo su scala regionale. Ed è per questo che oggi ribadiamo con forza la necessità di una legge nazionale che ponga i temi del recupero e della rigenerazione urbana al centro del dibattito perché veniamo da decenni in cui si è costruito troppo e male, in tutto il Paese. Allo stesso tempo - concludono presidente e assessora - occorre spingere sulla definizione dei nuovi Piani urbanistici generali e dei Piani territoriali di area vasta in modo diffuso sul territorio per poter utilizzare al meglio tutti gli strumenti che la legge regionale mette a disposizione. In questa direzione, ad esempio, gli accordi operativi potranno contribuire allo sviluppo di partnership pubblico-privato capaci di rigenerare le città rendendole sempre più a misura di cittadini e imprese».

La rilevazione evidenzia ben 1.626 ettari di aree produttive dismesse per diversi ambiti: da quello agricolo/zootecnico, a quelli turistico/ricettivo, produttivo/industriale, direzionale/commerciale, attrezzature generali, infrastrutture/mobilità per ogni ambito provinciale. L’obiettivo è quello di attivare un sistema di monitoraggio stabile e continuativo a supporto della rigenerazione nei contesti produttivi urbanizzati.

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