La strategia anti-plastica dell’Emilia-Romagna. Un percorso in 15 azioni

Verde
  • 07 febbraio 2024

La “Strategia regionale per la riduzione dell’incidenza delle plastiche sull’ambiente” è un percorso iniziato ormai cinque anni fa in Emilia-Romagna. Una strategia che punta a costruire un’economia sempre più circolare e sostenibile e a limitare gli effetti deleteri della plastica usa e getta, accompagnando la transizione verso sistemi di produzione, consumo e gestione post-consumo maggiormente compatibili con il rispetto dell’ambiente. La plastica è una delle grandi invenzioni del secolo scorso: igienica, resistente, versatile. La sua storia viene da lontano. Fin dall’antichità l’uomo ha utilizzato dei veri e propri “polimeri naturali”, come l’ambra, il guscio di tartaruga o il corno. Come racconta Corepla, il Consorzio per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi in plastica, la storia della plastica comincia nell’XIX secolo, quando, tra il 1861 e il 1862, l’Inglese Alexander Parkes, brevetta il primo materiale plastico semisintetico, che battezza Parkesine (più nota poi come Xylonite). Si tratta di un primo tipo di celluloide, utilizzato per la produzione di manici e scatole, ma anche di manufatti flessibili come i polsini e i colletti delle camicie. La prima vera affermazione del nuovo materiale si ha però solo qualche anno dopo, quando nel 1870 i fratelli americani Hyatt brevettano la formula della celluloide, avendo l’obiettivo di sostituire il costoso e raro avorio nella produzione delle palle da biliardo, salvo incontrare un immediato successo presso i dentisti quale materiale da impiegarsi per le impronte dentarie. Ma il secolo della plastica è il ‘900.

Nel 1907 il chimico belga Leo Baekeland ottiene la prima resina termoindurente di origine sintetica che brevetterà nel 1910 con il nome dei Bakelite. Il nuovo materiale ha un successo travolgente e la Bakelite diviene in breve e per molti anni la materia plastica più diffusa e utilizzata. Da allora il suo cammino è impetuoso, in qualche modo la plastica cambia le nostre vite e i nostri consumi. Il problema è che una volta prodotta la plastica rimane su questo pianeta e non si decompone mai naturalmente. Attualmente produciamo circa 300 milioni di tonnellate di plastica ogni anno e larga parte di essa non può essere riciclata. È il materiale usa e getta per eccellenza.

Il piano dell’Emilia-Romagna delinea un percorso articolato in 15 azioni: iniziative ad ampio raggio, spesso trasversali, che incidono sulle abitudini e i comportamenti quotidiani di tutti noi. Il cuore della strategia regionale prevede l’istituzione di una “Cabina di Regia”. Sono stati introdotti finanziamenti per ripulire fiumi e mari dai rifiuti in plastica e inserire risorse per sostenere la transizione verso nuovi modelli di consumo che prevedono l’abbandono della platica usa e getta, per favorire la vendita e il consumo di alimenti sfusi e la progressiva sostituzione delle stoviglie e delle bottiglie in plastica monouso nelle mense negli ospedali, nelle scuole, sulle spiagge, nelle sagre e negli eventi sportivi. Il Piano prevede altresì la possibilità di valutare contributi per la riconversione delle imprese che producono imballaggi in plastica monouso ed è individuata come “best practice” a livello europeo. cecilia moretti

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