Gruppo Hera: oltre 90 impianti all’avanguardia per il recupero della materia

Verde
  • 04 novembre 2025

Nonostante l’Italia si confermi tra i paesi europei più virtuosi in termini di economia circolare, con un tasso di circolarità del 21% (+ 9% rispetto alla media UE), e l’aumento della raccolta differenziata, che ha raggiunto il 67% (+ 1,4 % rispetto all’anno precedente), lo scenario europeo dice che solo il 9% delle materie prime proviene da riciclo. I dati della tredicesima edizione del Green Book, la monografia italiana del settore rifiuti urbani promossa da Utilitalia e curata dalla Fondazione Utilitatis, parlano chiaro: oltre a sviluppare nuove filiere e investire in tecnologie innovative, per una piena attuazione dell’economia circolare è indispensabile investire sul riciclo e sul recupero della materia.

In questo contesto si inserisce perfettamente la strategia del Gruppo Hera, che nel Piano industriale 2024-2028 ha allocato 2 miliardi di euro di investimenti per la rigenerazione delle risorse, impegnandosi nella ricerca di nuove tecnologie e nello sviluppo di soluzioni innovative per l’economia circolare e la decarbonizzazione. Un impegno che Herambiente, operativa dal 2009 e leader a livello nazionale nel trattamento e recupero di scarti industriali, segue ogni giorno nei suoi oltre 90 impianti certificati che gestiscono qualunque tipologia di rifiuto (solidi, liquidi, pericolosi e non) e costituiscono la più grande e moderna piattaforma impiantistica del Paese.

Con oltre 7,9 milioni di tonnellate di rifiuti trattati nel 2024 e grazie a una rete di oltre 2.300 tecnici qualificati, Herambiente rende i processi dei propri clienti più green ed efficienti, riducendo il consumo di risorse e valorizzando gli scarti. Per incrementare sempre di più il tasso di circolarità, inoltre, massimizza recupero e riciclo e immette sul mercato tipologie e quote crescenti di materie prime seconde di alta qualità, come biometano, plastica e fibra di carbonio rigenerate.

Il recupero della plastica è affidato alla controllata Aliplast, primario operatore italiano (e tra i più importanti in Europa) nella raccolta e produzione di materiali plastici rigenerati, comparabili a quelli vergini per caratteristiche chimico-fisiche, estetica e prestazioni. Fra gli investimenti più recenti, tuttora in corso, l’estensione della capacità produttiva dell’impianto di Borgolavezzaro (No) per la produzione di plastiche flessibili e un innovativo impianto a Modena per la rigenerazione di plastiche rigide, per rispondere alla domanda sempre più crescente di alcuni settori come arredo, elettrodomestici, elettronica di consumo, automotive, home&care e cosmetica, che intendono essere in linea con la nuova normativa europea sugli imballaggi (PPWR).

Recentemente Aliplast ha siglato anche una sinergia industriale con Imbotex, azienda padovana specializzata in imbottiture naturali e tecniche per arredamento e abbigliamento. Il progetto rappresenta un concreto esempio di economia circolare applicata al settore tessile e si concentra sulla produzione di fibra e padding tecnici per il fashion e lo sportswear, utilizzando materiali provenienti da bottiglie in PET raccolte dai centri di selezione e stoccaggio, con particolare attenzione alle aree alpine e del Nord-Est.

Ma Herambiente non si ferma qui nella valorizzazione nella materia e affronta sempre nuove sfide, come fatto di recente con la fibra di carbonio, un materiale sempre più richiesto in settori cruciali dell’economia nazionale. Proprio quest’anno, infatti, è stato avviato a Imola l’innovativo FIB3R, primo impianto nel suo genere in Europa su scala industriale, in grado di riciclare i compositi in fibra di carbonio riducendo l’impatto ambientale e creando una filiera Made in Italy corta e circolare. È un progetto all’avanguardia, che si è aggiudicato due premi importanti: il ‘Pimby Green’, istituito da Assoambiente, e “Impatto PA 2025” di CNEL per la promozione della transizione green.

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