Data Center in Romagna: da sfida energetica a risorsa per il territorio

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Invisibili ma indispensabili, i data center sono il motore silenzioso della trasformazione digitale. Sostengono cloud, intelligenza artificiale, Internet of Things e una mole di dati in costante crescita, ma al tempo stesso pongono una sfida energetica e ambientale sempre più rilevante. La loro espansione, però, può diventare anche un’opportunità concreta di sostenibilità, innovazione industriale ed economia circolare. Una prospettiva che interessa da vicino anche la Romagna, coinvolta nello sviluppo di nuove infrastrutture digitali.

Secondo le analisi di Teha Group in collaborazione con A2A, una gestione integrata dei data center - basata sul recupero del calore, sull’uso di aree industriali dismesse, sull’energia rinnovabile e sulla valorizzazione dei rifiuti elettronici - potrebbe trasformare strutture energivore in veri alleati della transizione ecologica. In uno scenario di pieno sviluppo, l’Italia potrebbe ottenere un risparmio complessivo di 5,7 milioni di tonnellate di CO2₂ all’anno, con un beneficio economico stimato in circa 1,7 miliardi di euro.

Il recupero del calore di scarto rappresenta uno degli snodi più interessanti: l’energia termica prodotta dai data center potrebbe coprire il fabbisogno di circa 800 mila famiglie, evitando l’emissione di 2 milioni di tonnellate di CO2, un impatto paragonabile a quello generato da oltre due milioni di pompe di calore. Un’opzione particolarmente significativa per i territori dotati - o candidati - – a reti di teleriscaldamento, come molte aree urbane e industriali dell’Emilia-Romagna.

Centrale è anche il tema dell’economia circolare. I data center italiani potrebbero generare oltre 147mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici all’anno, di cui circa 74 mila riciclabili. Una filiera nazionale del recupero dei Raee consentirebbe di produrre un valore economico annuo superiore ai 133 milioni di euro, riducendo la dipendenza dall’importazione di materie prime e i costi di smaltimento.

Un’opportunità industriale che potrebbe trovare spazio anche in Romagna, dove competenze manifatturiere e impiantistiche sono già diffuse.

Oggi in Italia sono attivi 168 data center, con una potenza complessiva di 513 MW, in crescita del 17% rispetto al 2023. La Lombardia concentra oltre il 60% della potenza installata, ma altre regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, sono coinvolte nello sviluppo del settore. Le prospettive indicano una crescita significativa: entro il 2035 la potenza installata potrebbe arrivare a 2,3 Gw, fino a 4,6 Gw nello scenario di massimo sviluppo, con un’incidenza fino al 13% dei consumi elettrici nazionali.

In questo contesto, i data center non sono solo infrastrutture tecnologiche, ma potenziali abilitatori di benefici ambientali, sociali ed economici. Se governata con visione e regole adeguate, la loro crescita può contribuire alla competitività digitale del Paese e alla sostenibilità dei territori. Anche per la Romagna, la sfida è aperta: trasformare la transizione digitale in un’occasione di sviluppo responsabile, capace di generare valore ben oltre i confini dei server.

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