Venieri Lugo vince la concorrenza: "Servono idee e tanta fiducia"

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Ha vinto una concorrenza agguerritissima per fornire mezzi all’aeronautica militare. Un tipo di cliente non certo semplice sui livelli da garantire in senso qualitativo e d’innovazione. Eppure la Venieri di Lugo venderà al Genio Aeronautico Militare Italiano quattordici terne idrostatiche 4WS modello VF10.33D. Del resto l’azienda della Bassa Romagna poteva basarsi su un certo vantaggio competitivo: già nel 2015 fu consegnato un primo lotto di otto macchine a tutt’oggi pienamente operative. Funzionarono in maniera egregia a quanto pare, visto che il Ministero della Difesa ha varato un secondo bando con il medesimo impianto. Ora l’impresa lughese continuerà a investire sull’innovazione, ma il direttore generale Filippo Muccinelli Venieri è convinto: «Bisogna essere fiduciosi sul futuro, per quanto non sia sostanzialmente preventivabile».

Muccinelli Venieri, la vostra attività è in piedi dal 1948, molti sono stati da allora numerosi i momenti di difficoltà attraversati dal Paese. Ritiene che la pandemia sia stato il più difficile?

«Umanamente sì, ma economicamente sono stati diversi i momenti critici. La crisi dell’edilizia del 2009/10 non fu da meno. In questo caso, l’effetto rimbalzo post-Covid e l’Ecobonus hanno accelerato la ripresa fin dai primi mesi del 2021. Questo sta facendo la differenza».

Come giudicate la fase economica che stiamo vivendo. La ripresa è robusta, come viene affermato?

«Beh, i numeri precedenti alla crisi del 2008 restano comunque lontani. Del resto, il Covid ha aggravato una situazione che già presentava criticità da diversi anni, ma i fondi previsti dal Recovery Plan alimentano la fiducia anche dei costruttori. Questo però per noi non basta. La Venieri opera in un mercato altamente concorrenziale assieme a grandissimi player internazionali, che rispettiamo».

Su cosa vi giocate la competività?

«Penso che a fare la differenza, per noi, sia la capacità di risolvere esigenze particolari. In questo siamo unici nel panorama mondiale, è un fattore che anche i nostri concorrenti ci riconoscono. Amiamo definirci “costruttori di soluzioni”.

Quanto è stato complesso adattare una vostra produzione alle esigenze di una sezione militare?

«Tutt’altro che banale. Oltre all’adattamento tecnico e strutturale c’è un adattamento altrettanto complesso fatto di procedure, di processi, di standard militari e di codifiche Nato. Potremmo parlare di personalizzazione di prodotto e di processo, frutto di conoscenze tecnico-industriali maturate con esperienza e ricerca innovativa».

Come legge il mercato nel prossimo futuro e come reagirete di conseguenza?

«Mi piace la tecnologia, e abbiamo molte idee,. Abbiamo fiducia nel futuro. Nulla a che vedere con la previsione del futuro, soprattutto dopo aver visto quanto sia impossibile compierla a medio lungo termine. Il Covid ci ha consegnato, tra le altre cose, questa consapevolezza. Nel breve vediamo alcune criticità come la difficoltà di approvvigionamento della componentistica (idraulica meccanica e elettronica), sommato ad un aumento dei prezzi in larga misura ingiustificabile. L’obiettivo comune resta la crescita, passando per sostenibile e valore aggiunto per il territorio. Secondo noi sono elementi imprescindibili per lo sviluppo»

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