"Vendere la Madel è stata la decisione migliore"

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Da quel garage nel quale Giovanni Della Cuna aveva iniziato a produrre detergenti per la casa, la romagnola Madel è cresciuta ogni anno senza sosta, fino a diventare una vera e propria case history di successo. Fondata da Giovanni e Maurizio Della Cuna, assieme a Giacomo Sebastiani, si è imposta inizialmente sul mercato con i marchi Pulirapid e Smacchio Tutto. Dalla “piccola” Cotignola, con la nascita di Winni’s, ha poi lanciato una sfida dipinta di verde alle multinazionali del pulito e, incredibile ma vero, l’ha vinta, accendendo inevitabilmente un riflettore su sé stessa. E ora, dopo 44 anni dall’inizio di quella sfida, la decisione forse più difficile annunciata nei giorni scorsi: la vendita alla multinazionale italiana Bolton Group (con la quale è stato firmato un accordo di non disclosure sul prezzo di acquisto). In questi anni il vicepresidente Sebastiani, insieme al cognato e presidente Della Cuna, è stato uno dei due condottieri che ha portato Madel – 135 dipendenti e 25 agenti – alla creazione di prodotti divenuti leader. Ma ora che, a 66 anni, si prepara a lasciare la sala dei bottoni cosa farà? «Di certo non il pensionato, anche se, sicuramente, andrò un po’ più con calma».

Sebastiani, perché e come è maturata la decisione di vendere Madel?

«L’azienda, ci tengo a dirlo subito, è sanissima, molto capitalizzata e senza alcun problema. Mio cognato, però, non aveva un proseguo generazionale dentro la società e voleva vendere la sua quota di maggioranza. Una multinazionale, chiaramente, ha delle risorse che noi non avremo mai e la prima intenzione era quella di tutelare l’azienda. Con Bolton Group, tra l’altro, il dialogo è attivo sin dai tempi in cui gli vendemmo Deox e ha tutti i requisiti per portare avanti i nostri brevetti, dando loro valore».

Parlando dei lavoratori e del sito produttivo di Cotignola, l’accordo di acquisizione che garanzie prevede?

«Abbiamo venduto con garanzia per tutti i nostri dipendenti, perché nello stabilimento ravennate non cambierà nulla, anzi verranno valutate possibili produzioni di prodotti Bolton».

Mentre lei e Della Cuna manterrete un ruolo?

«Rimarremo entrambi fino alla fine dell’anno, poi se avranno bisogno sarò disponibile a collaborare per un periodo limitato di tempo. Come si può immaginare sono molto legato a questa azienda, all’interno della quale ho contribuito a inventare marchi come Deox e Winni’s e che ora è leader italiana nell’ecologia e seconda per le pulizie».

Quanto ha influito, nell’accelerata a una decisione forse presa da diversi mesi, il contesto economico attuale e l’aumento sfrenato dei costi?

«Gli aumenti sono un dato di fatto e i costi di produzione sono cresciuti causati da materie prime schizzate anche del più duecento per cento. Il problema vero, oggi, non è però questo per le piccole e medie aziende che lavorano con la grande distribuzione».

E qual è?

«La richiesta fatta ai produttori da parte della gdo di non aumentare di un euro i prezzi, con politiche che possono diventare problematiche per i più piccoli. Tenga conto che i margini vengono così fortemente compressi. Dove si può andare in questo modo? È vero che abbiamo inventato prodotti che hanno un valore importante, ma non tutti si inventano dei marchi. In futuro piccole e medie imprese soffriranno in questo contesto, e le big avranno la forza di sopravvivere grazie a maggiori sinergie e volumi».

Mi dica la verità: lei ha mai pensato di rilevare le quote di suo cognato per mantenere la Madel in famiglia?

«Le assicuro che non ho dormito delle notti intere pensando a questa eventualità. Avrei voluto rilevare la società, ma ho pensato ai miei figli e al benessere dei lavoratori. Per fare questa operazione, però, avrei dovuto far ricorso al debito, ma così facendo saremmo passati da un’azienda ben capitalizzata a una indebitata. Di conseguenza posso dire con certezza che abbiamo preso la decisione migliore».

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