Vasco "chiama" e Imola risponde con 90mila voci

Vasco Rossi a Imola non è una novità. La prima volta fu nel 1998, poi tornò nel 2001, quindi ancora nel 2005 e avrebbe dovuto esibirsi nel 2021, concerto che fu rinviato causa Covid al 2022. Insomma, almeno un paio di generazioni di emiliano-romagnoli hanno potuto vederlo dal vivo, forse l’unico live show al mondo che regge il confronto con quelli di Bruce Springsteen. E sabato 28 si aggiungerà una nuova generazione di spettatori all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari (e dove sennò?), capace di accogliere gli 85-90mila seguaci previsti per il Komandante che ha esordito giorni fa a Trento con il solito enorme successo, idem a Milano. Il “vecchio” rocker (70 anni) del resto cerca di tenersi in forma (lo abbiamo visto allenarsi spesso in Romagna) e se compri il biglietto per un suo concerto puoi star certo di una cosa: darà il massimo, tutto quello che ha in corpo per almeno 2 ore e mezza di grandi pezzi, un repertorio zeppo di capolavori che i suoi fan adorano e conoscono a memoria, parola per parola, tanto da cantare sempre insieme a lui. Quelle di Vasco più che esibizioni sono notoriamente conosciute come esperienze di gruppo, in cui il capo della sua tribù compie un rito musicale e veri protagonisti diventano proprio coloro che vi assistono. E lui accende la miccia dell’entusiasmo: «Sono in stato di grazia. Ho un diluvio di emozioni indescrivibile! Sembra tutto diverso, eppure è finalmente tornato tutto come prima. Finalmente abbiamo ricominciato a vivere. Questo enorme affetto che mi arriva ancora oggi, dopo 40 anni, mi lascia stupefatto. E si vede che ho seminato bene... Io li amo e loro riescono a superarmi». Basti pensare che quasi nessuno di quelli che aspettano da uno, due, tre anni, ha richiesto il rimborso del o dei biglietti acquistati a suo tempo, e non vedono l’ora di godere, godere, godere con le sue canzoni. Il tour è sold out da tempo, per un totale di oltre 660.000 biglietti venduti. Ovviamente per fare i numeri giganteschi del Blasco, occorrono staff elefantiaci: 221 persone che trasportano, montano e smontano il megapalco alto come un palazzo di 9 piani, largo 90 metri e profondo 26, ideato da Giò Forma. Aggiungete un’esplosione di luci spettacolari, 1.500 corpi illuminanti e potenza audio da 750mila watt. Lo show è, come sempre, uno dei più potenti ed emozionanti al mondo. Una set list ricca di novità e sorprese: le canzoni dell’ultimo album ci sono quasi tutte, la prima è “XI comandamento” e l’ultima è la title track “Siamo qui”. Ad accompagnare Rossi la sua band più una nuova sezione fiati. Ci saranno Stef Burns, Vince Pastano, Andrea Torresani, Claudio Golinelli, Albert Rocchetti, Frank Nemola, Matt Lug, Beatrice Antolini, Andrea Ferrario, Tiziano Bianchi, Roberto Solimando. Vasco si è preparato al tour... de force con un mese di «cura del corpo e della mente» nella riserva naturale di Castellaneta, tra pineta e mare. Ogni mattina duri allenamenti, tutti i pomeriggi prova filata di tutta la scaletta con la band, finché non è diventata “perfetta”. «Csdb», «ci siamo di brutto – ha comunicato Vasco sui suoi social – siamo arrivati vivi, sani e lucidi fino a qui e ora siamo carichi e prontissimi a portarvi un po’ di gioia». Ci saranno anche canzoni che non ti aspetti: “Amore aiuto”, mai cantata dal vivo prima; la giocosa “Ti taglio la gola”; “Muoviti”; una “Toffee” d’annata con tanto di suggestivo assolo di sax. Sullo sfondo, video elaborati in 3D e proiettati sui megascreen posti alle spalle della band. Nella seconda parte rientro alla realtà, dura come la sequenza di brani: “Tu ce l’hai con me”, “C’è chi dice no” con cui ribadisce il suo «Fuck the war! Stop the war!», e l’attualissima “Gli spari sopra” in solidarietà con chi sta soffrendo per una guerra che «un senso non ce l’ha» proprio (appare una gigantesca piovra tentacolare metaforica). Sul palco scorribande a chitarre sguainate e fiati che invitano al divertimento; ultima novità di quest’anno sono congas e timbales, che danno un sapore afro agli arrangiamenti. C’è anche il suono magico della Lap steel guitar. In teoria il concerto finisce con “Siamo qui”. In realtà c’è una terza parte in cui il clima si fa intimo. Si vola alto, molto alto da “Sballi ravvicinati del terzo tipo”, cambio al basso: scende il Torre (Andrea Torresani) e sale il Gallo, Claudio Golineli, guest star. Brividi con sorprese che non ti aspetti, come “Toffee” con atmosfera da unplugged. E poi ancora “Sally” (sugli schermi parleranno le immagini di cinque donne di cinque nazionalità diverse). Poi i fuochi d’artificio finali: “Siamo solo noi”, “Vita spericolata”, “Canzone” e “Albachiara”. E adesso, chi la ferma più la festa?!

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