Valle Savio, rimborsi anche per enti locali per i crimini nazisti

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La sala di Palazzo Pesarini era piena ieri pomeriggio all’incontro convocato da alcuni dei parenti delle vittime dei nazifascisti al Carnaio per verificare la possibilità di attivare la procedura di richiesta di risarcimento prevista per parenti ed eredi delle vittime della violenza dei soldati del Terzo Reich.

La notizia della possibilità di richiedere un risarcimento si è diffusa in particolare tra le famiglie colpite dalle stragi del Carnaio in Comune di Bagno di Romagna (27 uccisi il 25 luglio 1944) e di Tavolicci (64 vittime il 22 luglio 1944) in Comune di Verghereto.

A illustrare legge e procedura, e a rendersi disponibili per l’avvio dei procedimenti, sono arrivati i legali che stanno seguendo il percorso di richiesta di risarcimento per le famiglie delle vittime delle stragi di Cavriglia e di Sant’Anna di Stazzema.

Hanno spiegato che il termine per l’avvio della costituzione in giudizio e della richiesta di risarcimento era quello dei 150 giorni dalla conversione in legge del decreto, e sarebbe stato quindi quello del 27 ottobre, ma che siccome per i procedimenti giudiziari il mese di agosto non viene considerato in quanto mese di chiusura delle attività giudiziarie. Sono quindi convinti vi sia la possibilità di validamente avviare i procedimenti almeno fino a fine novembre, pur non potendo manifestare assoluta certezza a questo proposito.

Figli, eredi e parenti delle vittime della violenza dei soldati del Terzo Reich nel periodo che va dall’1 settembre 1939 all’8 maggio 1945 hanno chiesto chiarimenti e si è avviata la fase della verifica delle singole situazioni e delle singole famiglie per predisporre documentazione e incarico ad attivare l’azione giudiziaria per le responsabilità dei soldati tedeschi. Questo lavoro e questi incontri continueranno nella mattina di oggi.

Anche i Comuni e gli enti locali possono costituirsi in giudizio e richiedere chiedere un risarcimento proprio per il danno subito dalla comunità per la perdita violenta dei suoi cittadini. Gli enti valuteranno dunque la possibilità di promuovere anch’essi un’azione giudiziaria per il danno subito come comunità.

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