Valerio Aprea a Sogliano con i monologhi di Mattia Torre

È una “Prova d’attore” da centellinare con gusto “Gola e altri pezzi brevi” interpretato da Valerio Aprea, attore di cinema e teatro, su testi di Mattia Torre, stasera alle 21 al teatro Elisabetta Turroni. È un monologo che fa pendant con la bomboniera di alta collina dove le parole riverberano in modo intimo e diretto. Aprea è anche l’attore televisivo di “Propaganda live” su La7, in cui cattura con testi brevi e sottili. Con una drammaturgia che ha fatto sua anche a fianco di Mattia Torre (1972-2019), sceneggiatore, commediografo, regista, coautore della serie “Boris”, scomparso troppo presto. Aprea è stato un «caro amico di Mattia Torre con cui ho lavorato tanto», e ora lo omaggia a teatro con un monologo di pezzi dell’autore scomparso.

Aprea, cosa caratterizza questo suo “Gola”?

«Ho preso quattro monologhi di Mattia (Torre) e ho assemblato gli scritti in un unicum, a leggio. Oltre a “Gola” del 2005, ci sono “Colpa di un altro”, “Yes I can” del 2007-08 e “In mezzo al mare” del 2003. Testo questo inserito da Dalai editore nella raccolta omonima dei principali monologhi da lui scritti».

Anche a “Propaganda” legge monologhi di Torre?

«Sono arrivato in trasmissione due anni e mezzo fa leggendo testi di Mattia; una volta terminati ha cominciato a scrivermeli Makkox (alias Marco Dambrosio, il disegnatore fumettista coconduttore della trasmissione, ndr). È una forma congeniale a me il monologo, mi permette di esprimermi nel modo che più mi rappresenta e al quale sono più funzionale. È una forma non molto battuta il testo breve, anche perché mancano autori validi, rispetto ad attori capaci di interpretarli».

Cosa predilige della scrittura dell’amico Mattia Torre?

«È un autore unico come penna, lessico, sguardo sulla vita, concetti, unico per forma e contenuti. La sua è scrittura lussureggiante nel lessico, elegante, raffinatissima, abbinata a una comicità e ironia senza pari. Mattia sa fare ridere utilizzando un linguaggio che al tempo stesso è raffinato ed elegante, capace di usare il turpiloquio senza mai essere volgare. Iperbolizza aspetti della realtà attraverso una lente deformata surreale, con effetto comico dirompente».

Perché si serve di una maschera seria e austera per le sue interpretazioni?

«Mi piace ciò che procede per contrasto, in contropiede, il non scontato, e a livello performativo amo tutto ciò che è in sottrazione, non in addizione. Nel mio caso la comicità scaturisce dal suo opposto, non dal “te faccio ride”, e si sposa probabilmente con un aspetto della mia natura caratteriale».

Vale anche per il monologo, lo predilige alla coralità?

«Sì perché l’assolo mi permette di imporre la maschera che io sono come attore, diversamente da una drammaturgia a più personaggi che prevede l’interpretazione di un soggetto altro da sé. Solo per Mattia Torre ho fatto un’eccezione (“Qui e ora” con Paolo Calabresi); al contrario, se davanti a una macchina da presa, credo ancora nella possibilità di mettermi al servizio di un personaggio diverso da me».

Quale è dunque il suo prossimo film o serie?

«In maggio esce su Sky la 2ª serie di “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino. Anche da spettatore seguo le serie, ce ne sono tante di ben fatte. Per l’attore è una bella fonte di lavoro; mentre allo spettatore la serie permette di immergersi più a lungo nella vicenda da cui si viene rapiti. È un po’ come leggere Guerra e pace».

Euro 15-12. Info: 370 3685093

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