Valentino Rossi e i suoi riti nel pub di Riccione

Riccione

Il Victor bar è la «casa di Vale dove facevamo le cabale». Così Elio Tognoni, storico titolare del noto locale nel cuore della Perla verde, intervistato da Repubblica, ricorda le abitudini scaramantiche di Valentino Rossi. «Da vent’anni a questa parte abbiamo fatto questo rito prima di partire per il mondiale», continua, spiegando come il grande campione era solito sedersi sempre allo stesso tavolo, sulla stessa sedia e prendere da bere e da mangiare sempre le stesse cose. Un rito che ha portato bene per anni e che è stato interrotto solo negli ultimissimi tempi, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Oltre a Valentino Rossi, si ritrovavano «Uccio, Alby e il suo fisioterapista, nell’altra sedia libera io» continua Tognoni, descrivendo la composizione del “tavolo di Vale”. Si tratta di Alessio Salucci, Alberto Tebaldi e il fisioterapista Massimiliano Montanari. L’appuntamento si teneva sempre la sera prima della partenza per la gara. Tutto è iniziato dopo la prima vittoria in 500 (ora MotoGp). Le consumazioni della serata, racconta ancora l’ex titolare del Victor, erano una Coca-cola, poi «un americano, massimo due» accompagnati da pizzette e stucchini. A Vale, Tognoni ha dedicato il cocktail “Valentino 46”, partendo dalla base del drink preferito del campione – l’americano, appunto – con una nota extra di amaro. Quando alla cabala seguiva una vittoria su pista, Rossi riportava al locale il cappellino della gara appena vinta, andando ad arricchire la collezione per anni orgogliosamente esposta nel bar. Una collezione che attualmente non è più esposta al Victor Lounge - da poco rinnovato con la nuova gestione in carico alla figlia di Elio Tognoni - e che, spiega ancora l’ex titolare, un giorno andrà all’asta per beneficenza a favore dei bambini senza famiglia. Il legame tra il Victor e il campione è destinato a rimanere vivo anche con il cambio del locale e il ritiro del numero 46 dalle competizioni. «Un’amicizia, chiude Tognoni, che nel tempo è diventata quasi una famiglia allargata».

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