Valconca: il dirigente intasca i compensi per il Piano anti-corruzione mai approvato

Rimini

Nuovi guai per l’ex dirigente dell’Unione Valconca, già a processo (la prima udienza è prevista tra due settimane) con l’accusa di peculato per essersi appropriato dei soldi dei cittadini, facendo la “cresta” sui versamenti dei diritti di segreteria nell’ambito del settore di sua competenza, legato allo sportello unico delle attività produttive. Gli investigatori (pubblico ministero Davide Ercolani, carabinieri del nucleo operativo di Riccione della stazione dell’Arma di Morciano), spulciando tra le pratiche da lui seguite tra il 2011 e il 2015 quando ancora dirigeva l’ufficio sono convinti di aver trovato altre situazioni poco chiare e meritevoli di approfondimento giudiziario. Al 62enne architetto residente a Morciano di Romagna è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini relative al secondo filone, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. In particolare, l’uomo (difeso dagli avvocati Francesco Pisciotti e Pierluigi Autunno), rischia di essere chiamato a rispondere di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e di truffa ai danni dello Stato. Secondo l’accusa, sempre quando era dirigente responsabile dello Sportello unico per le attività produttive (Suap) dell’Unione della Valconca attestando il falso, riguardo all’approvazione del Piano territoriale anticorruzione, in realtà mai approvato, avrebbe indebitamente percepito tra il 2011 e il 2014, la somma complessiva di 68mila euro, comprensiva anche del compenso per la stesura, mai effettuata, del regolamento del piano anticorruzione.

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