Vaccini, cliniche mobili davanti alle scuole ravennati

RAVENNA - Con la ripartenza delle scuole si alza l’attenzione in vista di una possibile ripartenza della pandemia, al momento con i casi sotto controllo. La strategia dell’Ausl Romagna è chiara: aumentare la copertura vaccinale. Per farlo il fronte della vaccinazione si sposta proprio nei luoghi più esposti, ovvero gli istituti scolastici. Lì ad ottobre l’azienda sanitaria porterà le cliniche mobili per immunizzare chi si vorrà sottoporre alle vaccinazioni: «In questo modo si potranno sottoporre alla vaccinazione sia i maggiorenni ed eventualmente i ragazzi sotto i 18 anni accompagnati dai genitori». A parlare è la responsabile della Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, Raffaella Angelini: «Naturalmente – specifica – tutto su base volontaria. Si tratta di portare avanti quanto fatto durante l’estate con camper e cliniche mobili nei lidi». Le scuole già individuate sono i due istituti alberghieri, uno a Cervia e l’altro a Riolo Terme, che hanno un buon bacino interprovinciale. Stesso ragionamento riguarda il liceo di Lugo, altro luogo davanti al quale ci sarà la clinica mobile. Ci sarà anche un punto vaccinale in una scuola ravennate che sarà comunicata a giorni.


L’occasione per fare il punto della situazione è la giornata di prevenzione e screening cardiologico organizzata in piazza Kennedy insieme agli specialisti del reparto ospedaliero. A sottoporsi al test anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini che sottolinea l’importanza di iniziative di prevenzione come quella di ieri. Ma, inevitabilmente, anche il membro della giunta Bonaccini fa il punto sulla situazione Covid sottolineando come si sia passati da una situazione di «vaccinazione di massa su prenotazione ad una di massa su presentazione». Per Donini è prevedibile che, come in altri Paesi, ci sia un aumento dei casi con l’apertura delle scuole ma si dice fiducioso riguado all misure prese. Cambierà inoltre qualcosa sulle quarantene: «Non tutti i compagni di scuola di un contagiato saranno considerati contatti stretti, cercheremo di essere più precisi nell’individuarli». La necessità è quella di evitare il più possibile la Dad ma anche di evitare un aumento del Rt (oggi a 0,8, con incidenza di 86 casi ogni centomila abitanti). Il punto anche sulla terza dose: «Tra poco partiremo con i pazienti più a rischio, come da indicazioni ministeriali. Poi, immagino tra la fine dell’anno e l’inizio del 2022, sarà la volta dei residenti nelle case di riposo e i più anziani».

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