Unione Bassa Romagna, sulla sicurezza bilancio positivo per Bassi

Lugo

La qualità della vita dei territori è sempre più legata agli episodi di criminalità che avvengono periodicamente o, nella migliore delle ipotesi, sporadicamente. Nei cittadini la percezione deve rapportarsi alla realtà e alle contromisure adottate. Ad occuparsi di queste tematiche, nell’ambito dell’Unione dei Comuni, è il sindaco di Massa Lombarda Daniele Bassi, che detiene la delega specifica a sicurezza e polizia municipale.

Sindaco, in una scala da 1 a 10 come valuterebbe il livello di sicurezza nella Bassa Romagna?

«Sono i cittadini che danno i voti; io so che il nostro livello di sicurezza è elevato, anche in virtù degli investimenti in tal senso e dell’attenzione che abbiamo sempre dimostrato per questo tema».

Eppure in molti Comuni la percezione di chi vi abita è che gli episodi aumentino e non ci sia un contrasto deciso; è davvero così?

«I fatti dimostrano il contrario. I dati che ci vengono forniti da Prefettura e Questura indicano una costante diminuzione di reati, compresi i più odiosi, i furti in abitazione: purtroppo questi ultimi, durante alcuni periodi dell’anno, sappiamo bene subire picchi di crescita. L’ordine pubblico, tuttavia, è esclusiva materia dello Stato che lo esercita tramite le forze dell’ordine. La polizia locale, oltre ai compiti di sicurezza urbana, rileva di fatto la totalità degli incidenti stradali proprio per sgravare tempo e risorse umane alle altre forze dell’ordine. Gli investimenti in varchi stradali (17), telecamere di videosorveglianza (230) e cabine velox (55), oltre ai vari bandi vinti, collocano la Bassa Romagna ai vertici regionali. Aver attinto a finanziamenti per elevare la dotazione di presidi di sicurezza per i nostri agenti, aver arricchito la loro strumentazione e le assunzioni fatte, costituiscono scelte ben precise che vanno nella direzione di coniugare ascolto, rigore e coraggio di decidere. Tutto ciò mentre qualche esponente politico che non ha mai governato una città, attiva periodicamente la “modalità avvoltoio”, rinnegando con slogan ideologici ripetitivi anche i dati oggettivi».

Certo è che anche quest’anno il Covid e le sue restrizioni hanno stravolto un po' la vita e i ruoli di tutti; l’impegno della polizia locale com’è stato condizionato?

«Con la pandemia si sono aggiunte mansioni all’attività a cui siamo adibiti, dal controllo delle quarantene a quella del regolare rispetto delle recenti norme in merito a Green pass e protocolli, compreso l’ausilio (quando disposto dal Questore) per i controlli legati all’ordine pubblico».

Tuttavia la sicurezza spesso è correlata a educazione e cultura, e infatti nelle scuole è tornata, come materia, educazione civica, ma per i più grandi cosa si potrebbe fare?

«Nel Patto per la sicurezza siglato con la Prefettura nel 2018 è stato recepito il ruolo attivo dei cittadini che si impegnano nei gruppi di vicinato, che fanno segnalazioni qualificate, che si dotano di mezzi di difesa passiva, passi che vanno nella giusta direzione».

Riprendendo questa ultima risposta, visto che i cittadini vorrebbero vedere più impianti di videosorveglianza nelle città, ma anche attorno alle loro abitazioni, arriveranno dei contributi per l’installazione di sistemi di sicurezza per i privati?

«Va rivista la normativa sull’uso delle telecamere private, che ora si possono solo utilizzare a reato commesso; in sostanza si deve rinunciare a un poco di privacy per avere più sicurezza. Il nostro impegno a sostegno di imprese e famiglie si è sostanziato quest’anno con 3,8 milioni di euro messi a disposizione per aiutare le situazioni più complesse a seguito della pandemia».

Nell’ambito della sua delega c’è qualcosa del 2021 che oggi se potesse valuterebbe diversamente?

«Ciò che stiamo facendo con determinazione è importante valorizzarlo a beneficio di tutti. Abbiamo compiuto scelte coraggiose di cui sono orgoglioso, per l’impegno profuso e i risultati ottenuti».

L’anno che sta per concludersi ce lo ha riassunto; un auspicio per il 2022?

«Mi auguro che l’incertezza e la fatica che da troppo tempo si sono impadronite delle nostre esistenze lascino spazio al ritorno della confortante socialità che ci caratterizza. Perché ciò avvenga occorre rispettare le regole e affidarsi alla comunità scientifica. Per noi, per i nostri cari, per l’insieme dei nostri concittadini».

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