Una scuola “green” prima in Europa

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È la nuova scuola secondaria di primo grado “Antonio Brancati” di Pesaro l’edificio migliore e più performante d’Europa dal punto di vista della sostenibilità energetico-ambientale.

L’edificio, costruito dalle cooperative romagnole Consorzio Conscoop, Formula Servizi, Idrotermica Coop e Siem Impianti, ha ricevuto il riconoscimento al suo livello massimo, ovvero il prestigioso certificato Leed v4 Bd+C: School di Livello Platino, prima scuola in Europa e seconda al mondo. La scuola ‘Brancati’ eccelle in efficienza energetico-ambientale, grazie a un involucro progettato per evitare dispersioni e impedire il surriscaldamento con parete ventilata e schermature solari, consumi ottimizzati grazie a un sistema di automazione e controllo da remoto degli impianti realizzato in Classe A, attenzione ai temi dell’economia circolare e alla salubrità degli ambienti con monitoraggio di temperatura, umidità, presenza di CO2, di fattori illuminanti con uso di lampade a led dimmerati con sensori di presenza nelle aule e di un corretto ricambio d’aria tale da garantire l’immissione dell’aria dall’esterno filtrata e purificata. Tanti gli altri elementi di sostenibilità: dalla gestione rifiuti durante la costruzione alla vasca di raccolta dell’acqua piovana; materiali sostenibili, l’attenzione contro lo spreco di acqua e studio della luce naturale e artificiale. L’efficienza energetica è dovuta anche a un sistema d’impianti alimentato quasi esclusivamente da energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici o rete di fonte rinnovabile.

Ne parliamo con Michele Gardella, presidente di Idrotermica Coop, che dopo il Covid ha visto entrare all’ordine del giorno temi che la sua cooperativa, leader nella progettazione e realizzazione di edifici vocati al benessere di chi vi abita o ci lavora, mette da tempo in primo piano.

«Il nostro percorso parte molto tempo fa, prima che tanti, dopo l’arrivo dello tsunami del Covid-19, si improvvisassero esperti di benessere dell’aria».

Da dove partivate?

«L’arrivo di questa emergenza sanitaria ha portato alla ribalta il tema della qualità dell’aria negli ambienti che quotidianamente ci ospitano: per vivere, per lavorare, per studiare, curarsi. Noi abbiamo sempre saputo che gli impianti hanno un ruolo primario in un edificio, devono essere fatti bene, pensati e realizzati secondo le normative e successivamente gestiti e manutentati affinchè si possa garantire la salubrità degli ambienti. Ora, questo semplice assioma è confermato anche dagli scienziati, questo ci conforta».

Il Covid-19 ci ha mostrato le fragilità dei luoghi in cui abitiamo, ma ci ha indicato anche nuove possibilità di pensare gli spazi.

«A causa della pandemia anche i paradigmi di progettazione degli spazi sono cambiati: per esempio gli open space sono in qualche modo “decaduti”. Oggi infatti la necessità è di avere postazioni singole, cosa che va considerata anche dal punto di vista degli impianti. Si pensi anche al ricambio dell’aria: da poco si considera fondamentale un buon ricambio dell’aria, da preferire all’aria ricircolata. Un modo magari più energivoro (l’aria presa da fuori va riscaldata) ma che garantisce una qualità dell’aria sempre maggiore. Di fatto, finalmente, si è dato valore a questioni che per noi sono normali e che consideriamo consuetudini da noi adottate da tempo immemore, anzi esattamente dal 1974. Non proprio ieri.

Quindi Idrotermica può considerarsi pioniere dei temi ora esplosi con la pandemia?

«Il benessere termoigrometrico è il nostro lavoro. Le cose vanno progettate e realizzate nel modo giusto, soprattutto se quelle cose, sono “cose pubbliche” e ancora di più se sono scuole, Rsa o ospedali».

A Pesaro avete realizzato una scuola prima in Europa. Qual è lo stato degli edifici scolastici in Italia?

«Sugli edifici scolastici italiani si dovrebbe aprire un tavolo nazionale, per capire quali norme adottare e come ripensarli. Ci sarebbero da fare importanti investimenti per progettarli correttamente o riadeguarli. Nel caso della scuola di Pesaro, che ha ricevuto il massimo riconoscimento sulla sostenibilità ambientale c’era di partenza un progetto “medio”. Ci veniva richiesto, in pratica, di adeguarci a delle norme minime. Noi, con le altre cooperative con le quali abbiamo felicemente collaborato, ci siamo detti che potevamo osare di più e offrire non solo un progetto buono, ma uno ottimo. Anzi “platino”. Quella scuola ospiterà quasi 300 bambini ogni giorno e non potevamo fare un lavoro mediocre: ecco allora che ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo ottenuto il certificato Leed v4 Bd+C: School di livello Platino, la prima in Europa e la seconda nel mondo, i livelli di IAQ (Indoor Air Quality) dell’impianto sono massimi, così i bambini possono stare a scuola respirando aria fresca e sana».

Cosa vede Idrotermica Coop nel suo prossimo futuro?

«Il nostro percorso non nasce ieri e siamo certi che nel futuro questi temi saranno sempre più importanti nella costruzione di nuovi edifici. Chiediamo però alla politica e a chi decide di non rimanere indietro, perché edifici sani possono aiutare le persone a essere più sane. Il Recovery Fund, per esempio, potrebbe essere un valido alleato verso questo cambiamento».

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