"Un prodotto essenziale per la popolazione"

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Fondata nel 1999, Arco Lavori è una società cooperativa di costruzioni focalizzata sui settori dell’edilizia, del facility management, dell’energia e della sanità con sede a Ravenna, ha più di 400 aziende partner e un portafoglio ordini di circa 550 milioni di euro a marzo 2021. Con un track record consolidato nel settore sanitario in tutta Italia, l’obiettivo principale di Arco è quello di migliorare le condizioni economiche e sociali delle aziende partner, fornendo al contempo prodotti innovativi. Arco ha creato una piattaforma immobiliare all’avanguardia, in grado di fornire varie attività, dal sourcing di siti, all’utilizzo delle capacità costruttive e gestione di tutte le fasi del processo di pianificazione e sviluppo e nel 2020 ha registrato un fatturato di circa 200 milioni di euro. Alla guida dal 2010 c’è il Ceo Emiliano Battistini, che entra nel merito della joint venture lanciata a fine marzo e della situazione attuale.

Battistini, come nasce questa partnership di altissimo livello?

«Sostanzialmente per caso come tutte le cose belle. Noi nella nostra attività di costruttori avevamo individuato una serie di terreni e siti interessanti dal punto di vista della ricettività di strutture sanitarie e ci siamo incrociati con Eqt che stava invece sondando il terreno nella sua veste da finanziatori. Ci siamo quindi studiati reciprocamente per diversi mesi e una decina di giorni fa abbiamo finalizzato la joint venture».

Quanta è la soddisfazione per essere stati scelti da un partner quale EQT Real Estate?

«Siamo felicissimi di collaborare per costruire un portafoglio di immobili di alta qualità destinati a residenze sanitarie assistenziali in Italia. Nel nostro Paese c’è una grande carenza di RSA di classe A di nuova generazione e si prevede che questo trend continui nei prossimi anni. Attraverso questa joint venture, che unisce l’esperienza paneuropea di EQT Real Estate al nostro know-how riconosciuto sul territorio, potremo creare un prodotto essenziale per una parte significativa e crescente della popolazione».

Può fornire qualche particolare in più sui tempi e la collocazione degli immobili?

«L’Emilia Romagna è una regione su cui abbiamo un’attenzione ovviamente particolare essendo casa nostra e vi faremo diversi interventi. Se riusciremo a investire tutti i 300 milioni della joint venture, saranno 20 alla fine le strutture che si andranno a realizzare, per un numero complessivo di oltre 4000 posti letto: lo sviluppo inizierà nei prossimi due anni e si chiuderà in quattro, perché i tempi cantierabili variano fra i 15 e i 18 mesi e la fase della costruzione è piuttosto rapida. I primi due cantieramenti avverranno già entro l’estate, gli altri tre subito dopo, poi si partirà con il secondo pacchetto che stiamo perfezionando in questi giorni con l’obiettivo di far partire i nuovi lavori a inizio 2022».

Come avete affrontato e state affrontando l’emergenza Covid e che riflessi ha avuto sulla vostra attività?

«Diciamo che il Coronavirus ha rallentato la produzione da un punto di vista numerico e ha sospeso, assolutamente non fermato, le proiezioni di crescita. Una crescita costante che contiamo di proseguire. Da un paio di anni la macchina delle costruzioni è infatti ripartita e fra il 2018 e il 2020 abbiamo raddoppiato il fatturato da 100 a 200 milioni di euro e triplicato il portafoglio ordini: ci siamo riusciti con una serie di azioni combinate che vanno dalla differenziazione del business con l’aggiunta ad esempio dello sviluppo immobiliare in grandi centri all’ampliamento del mercato in Lombardia, che è diventato il fulcro della nostra attività. A questo va aggiunta la combinazione fra la nuova linfa del settore (grandi città, Milano in testa, hanno una vera esplosione del mercato immobiliare e fanno da volano) e il venir meno purtroppo di diverse imprese con conseguente minor competizione sulle offerte. Ora fra l’altro con il SuperBonus Edilizia al 110% e il Recovery Plan riteniamo arriverà un’ulteriore accelerata a un comparto che non sta subendo per fortuna tracolli come diversi altri della nostra economia».

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