Un amore a prima vista, così Birillo diventa Giorgio

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Ha trascorso quasi metà della sua vita in gattile probabilmente a causa della mancanza di un occhio che lo rendeva invisibile allo sguardo di chi cercava un micio da adottare. Birillo, così si chiamava questo micio dal manto tigrato, sembrava condannato a non sentirsi mai parte di una famiglia. Nessuno, per anni, aveva considerato di aprirgli le porte della propria casa e di farlo sentire amato. Poi, l’ennesimo appello disperato lanciato attraverso i social per trovargli casa, arriva alla persona giusta. «Mia mamma - racconta Sarah Mazzotti - mi ha inviato la sua foto e vederlo con quell’occhietto chiuso mi ha strappato il cuore. Ho avuto un micio anziano, trovato per strada, che si chiamava Sugo. Quando ho visto il musetto sofferente di Birillo, ho ritrovato lo stesso sguardo del mio amato gatto». Un colpo di fulmine che spinge questa sensibile ragazza di Cattolica a non perdere tempo e a recarsi al gattile di San Marino, gestito dall’associazione Apas, per conoscerlo. «Appena mi sono accovacciata - racconta - lui si è avvicinato e mi ha riempita di dolci testate e rumorose fusa. È stato amore a prima vista». Le delicate condizioni di salute del micio, positivo alla Fiv e alla Felv e con un principio di sofferenza ai reni, non hanno minimamente scoraggiato Sarah che ha deciso di prenderlo con sé. «A casa avevo già Sale, una gattina giovane nata con una malformazione al ginocchio in una zampa posteriore. Proprio a causa di questa disabilità, sono costretta a tenerla in casa perché nell’ambiente esterno rischierebbe di non cavarsela. Avevo quindi già pensato di adottare un altro gatto che le facesse compagnia ma cercavo chi, come lei, avesse esigenza di stare in casa». Tra Sale e Birillo scatta, sin da subito, una civile convivenza anche se i tentativi della piccola quadrupede di casa di far giocare il nuovo amico vengono puntualmente declinati. «Anche se si muove su tre zampe - racconta Sarah - Sale si arrampica anche sulle tende mentre lui è sicuramente più pacato e riflessivo». Nuova vita, nuovo nome. Birillo si chiama ora Giorgio per la grazia con cui si siede del tutto simile a quella di un Re sul trono. «Se la mattina mi sveglio e lui è sul divano - spiega -, corre a salutarmi come per darmi il buongiorno e se ho un giorno no, lui lo sente e mi si striscia contro come per farmi sentire il suo appoggio». Un modo per comunicare l’enorme gratitudine di chi, per anni, ha atteso di essere scelto, tra gli altri, con consapevolezza e amore. «Adottate i gatti anziani, loro lo apprezzano e questo riempie il cuore. Alla fine, sono loro che adottano te». Una storia a lieto fine resa possibile anche grazie all’amore delle volontarie che, per tanto tempo, si sono prese cura di Giorgio. «Sono persone meravigliose - ci tiene a sottolineare Sarah - che gestiscono una struttura ben tenuta che testimonia l’impegno che c’è dietro».

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