Turismo sostenibile: si rafforza il trend delle vacanze consapevoli

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Come sta cambiando il modo di viaggiare? Molto, stando ai dati, e si sta orientando verso modelli sempre più vicini alla natura e verso spostamenti e soggiorni con un basso impatto ambientale sui territori circostanti. Il turismo sostenibile è nato come una risposta a una precisa domanda di mercato. Sempre più persone chiedevano di vivere una esperienza all’insegna dell’armonia e del relax, ma che fosse davvero rispettosa della natura. Questo fenomeno iniziato diversi anni fa si è rafforzato con la pandemia da Covid-19.

Il primo momento di svolta è datato anni Novanta.

È in quel decennio che l’attenzione verso il fenomeno dell’ecoturismo è cresciuta fino ad esplodere in un vero e proprio boom, con la nascita dei green hotel. Oggi secondo una ricerca di Booking.com, la pandemia globale ha spinto molte più persone a viaggiare in modo sostenibile. Il 92% dei viaggiatori italiani pensa infatti che viaggiare in modo sostenibile sia di estrema importanza e il 57% è interessato a farlo in futuro.

L’idea è quella di poter incidere con le proprie scelte, comprese quelle legate al relax. C’è sempre più la consapevolezza che la sostenibilità nel turismo possa fornire un contributo importante rispetto a fenomeni come l’overtourism, l’inquinamento di spiagge e corsi d’acqua, la deforestazione, l’inefficienza energetica e l’utilizzo di plastiche monouso. E per questo scopo i viaggiatori sono disposti a pagare di più in cambio di un luogo e una organizzazione che tuteli davvero l’ambiente, così come il rispetto di requisiti green sta diventando un vero e proprio criterio di scelta. Le strutture ricettive che seguono questa disciplina sono quelle che adottano materiali, prodotti o fonti di energia sostenibili; stringono accordi con produttori locali; promuovono soluzioni di mobilità sostenibile. In questa fase poi i fondi del Pnrr ma anche i vari decreti che rendono più snello l’approccio burocratico all’installazione dei pannelli fotovoltaici rappresentano una leva strategica importante.

Una delle missioni del Pnrr è proprio rivolta a turismo e cultura 4.0, con una dotazione di 6,68 miliardi.

Il Piano include anche i “Fondi per la competitività delle imprese turistiche”, con uno stanziamento di 1,79 miliardi di euro. La misura intende favorire la competitività delle imprese turistiche italiane attraverso strategie di turismo sostenibile, sostegno all’imprenditorialità giovanile e riqualificazione degli immobili.

L’impronta green del progetto è forte e palpabile e gli obiettivi appaiono coerenti con le indicazioni fornite dall’Unione Europea, che impongono che circa il 30% delle risorse del Recovery Plan siano impiegate per la sostenibilità. Secondo alcuni operatori servirebbe però un maggiore livello di dettaglio in ambito di mobilità attiva, in particolare per gli investimenti in ciclovie, greenways e cammini storici così da sfruttare al meglio questa opportunità e calarla in un vero e proprio piano organico e integrato di sviluppo del turismo sostenibile.

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