Turismo, Forlivese in tenuta. Cresce l’extra alberghiero

Forlì

FORLÌ. La Romagna forlivese tiene sul fronte turistico. I dati delle presenze nel 2019 diffusi dalla regione indicano una sostanziale stazionarietà, sia in termini di arrivi (0,3%) sia di pernottamenti (-0,6%), rispetto all’anno precedente. Cna Turismo e Commercio propone un approfondimento sulle tendenze in atto.

I dati

Forlì si attesta con un piccolo aumento degli arrivi 109.635, (+1,1%) e con pernottamenti praticamente invariati 224.908, (+0,2%). Per gli altri importanti comuni a rilevanza turistica Bertinoro è invariata sugli arrivi e perde 5,4% sulle presenze che si fermano a 64.108; analogamente Santa Sofia, che indica -2,4% su arrivi e -3,2% sulle 37.770 presenze. Per tutti e tre si registra un interessante aumento degli arrivi stranieri.
Il calo più consistente a Castrocaro con -15,5% su arrivi e -9,9% sulle 61.126 presenze, dove la chiusura delle Terme in ristrutturazione ha certamente inciso sul saldo finale 2019.

La nota positiva arriva dagli altri comuni dell’entroterra forlivese che presi singolarmente hanno numeri in valore assoluto piccoli, ma sommati nel loro insieme rilevano quasi 51.000 arrivi, in aumento del 5,5% e 141.466 pernottamenti con un +8% sull’anno precedente. Analizzando la stagionalità da gennaio a luglio un dato in sofferenza sugli arrivi e, da agosto, in poi, una decisa inversione di tendenza. Bertinoro esprime un’ottima distribuzione degli arrivi nell’arco dei 12 mesi, mentre Santa Sofia ad un calo importante di arrivi in inverno, evidentemente dovuto alla poca neve del 2019, contrappone un autunno molto dinamico.

Bene l’extra alberghiero

«Nell’approfondimento del dato – la cosa che più si evidenzia nell’entroterra forlivese nei comuni non a vocazione turistica è una crescita significativa dell’extra alberghiero (Agriturismi, Air bnb, bed and breakfast, affittacamere, ostelli, rifugi, ecc..) – spiega Francesco Ferro, presidente di Cna Turismo e Commercio Forlì-Cesena – Segmento che a Forlì rappresenta un vero e proprio boom con un aumento del 13,8% sugli arrivi e addirittura del 20,4% sulle presenze, che toccano le 29.963 unità. Questo dato diventa interessante per interpretare le dinamiche turistiche che appaiono evidentemente disomogenee nell’entroterra forlivese ma che denotano alcune conferme rispetto a macro trend su cui i territori possono lavorare: dal turismo slow, all’enogastronomia passando per l’asset culturale di Forlì».

«In un anno non brillante – continua Ferro – si può tuttavia interpretare come l’effervescenza di alcuni territori e le abitudini di consumo del turismo portino ad una riflessione più ampia sul comparto turistico, che è sempre più alla ricerca di un turismo esperienziale. Ambito nel quale Cna da diversi anni ha deciso di investire al fine di diventare un punto di riferimento per le imprese turistiche e della filiera, integrando nella proposta le produzioni tipiche e l’artigianato. Rimaniamo confidenti rispetto alle grandi opportunità che dal turismo possono arrivare per la crescita economica del territorio».

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