Rimini, turismo e lavoratori: "Serve l'apprendistato per i giovani"

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Parificare il turismo all’industria e dare maggiori tutele per i giovani. Una ricetta che potrebbe rilanciare l’economia della Riviera e garantire un lavoro dignitoso a tanti ragazzi. Con l’approssimarsi dell’estate e dell’inizio della stagione balneare, Rimini, come ogni anno, torna centrale nel dibattito regionale e nazionale legato al turismo. In particolare per le figure professionali da intercettare e immettere nel mercato del lavoro. Figure, però, che in questo ultimo periodo sembrano davvero scarseggiare. Al punto da creare allarme tra albergatori, ristoratori, bagnini, e, in risposta, proteste dai sindacati. «Manca la manodopera, nessuno più accetta un lavoro stagionale: tutta colpa del reddito di cittadinanza», gridano i datori di lavoro; «Rispettate le norme contrattuali, pagate il giusto e non sfruttateli, e vedrete che nessun lavoratore rinuncerà a un impiego». Tutto questo mentre, nel mezzo, la politica naviga a vista. Tra leggi superate e non più in linea con un settore in continua evoluzione e troppe richieste da dover soddisfare. Eppure, in questa perenne sonnolenza normativa, qualcosa sembra muoversi. È di ieri, infatti, l’intervento dell’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, che ha di fatto “sposato” la proposta lanciata, attraverso le colonne del Corriere Romagna, dalla Cgil di reintrodurre l’indennità di disoccupazione per i lavoratori stagionali parametrata ai mesi lavorati; tre mesi di contratto, tre mesi di disoccupazione, comprensiva dei contributi pensionistici. È di oggi la proposta della consigliera regionale del Pd, Nadia Rossi: apprendistato da rilanciare e turismo da allineare al settore industriale. «Alcune delle problematiche sollevate in questi giorni sono radicate da tempo. Quello stagionale è un settore fondamentale per il nostro territorio e offre molte possibilità di lavoro che, da alcuni anni, non hanno riscontro nella cittadinanza, anche a causa di motivazioni ormai note. Occorre allora un impegno a livello nazionale, con lo scopo di rivedere il settore nel suo complesso: da tempo, ad esempio, si chiede di allineare il turismo al settore industriale, per garantire sostegno alle imprese e diritti e tutele ai lavoratori di quello che, per l’Emilia Romagna e non solo, è uno dei pilastri portanti dell’economia». Un giusto riconoscimento per una regione, da sempre regina del settore, e, in particolare, per una città, Rimini, riconosciuta in Italia come Capitale del turismo. Ma è in un contesto da leader che il comparto si deve comportare da vera guida, insegnando alle giovani generazioni il lavoro. E riconoscendo loro diritti e professionalità acquisite. Continua la Rossi: «Nel 2016, con un emendamento a mia firma alla Legge comunitaria, in Emilia Romagna avevamo regolamentato l’apprendistato, estendendolo anche ai giovani tra i 16 e i 18 anni. Uno strumento che considero valido per fare entrare nel mondo del lavoro, in modo trasparente e legale, tante ragazze e ragazzi». Conclude la consigliera Pd: «Sono certa che si possa fare di più per garantire tutele ai giovani e per farli approcciare al lavoro estivo in modo più massiccio. La storia della Romagna si basa anche su questa possibilità, che si deve accompagnare a un nuovo modo di affacciarsi al mondo del lavoro, che le nuove generazioni ci richiedono. Perciò mi auguro che questa misura, già attiva da tempo nella nostra regione, possa essere migliorata e certamente maggiormente divulgata, insieme ai consulenti del lavoro, ai centri per l’impiego e agli operatori del settore. E che possa essere presto spesa anche a livello nazionale».

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