Tumori testa-collo, rari e insidiosi: diagnosi fondamentale

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Colpiscono il naso, la faringe, le ghiandole salivari, la bocca, la laringe. I tumori della testa e del collo rappresentano circa il 3% di tutti i casi di cancro in Italia. Ma si possono prevenire? Molto si può fare. In più di 7 pazienti su 10 a scatenarli sono il fumo e l’abuso di alcol. Chi è tabagista ha un rischio superiore di 15 volte di sviluppare questa neoplasia, con una probabilità che aumenta molto di più se si aggiunge l’alcol. Ma uno dei fattori più scatenanti tra i giovani è l’infezione da Hpv, il papilloma virus, che si può oggi prevenire grazie a un vaccino specifico. I tumori vengono considerati tutti insieme (inseriti nella ‘categoria’ testa-collo), perché la stragrande maggioranza dei casi è ‘a cellule squamose’, quindi con questo particolare sviluppo all’interno della gola, del naso o della bocca. Le sedi più comuni sono la laringe, cioè le corde vocali, l’interno della bocca (anche la lingua) e l’orofaringe, cioè la parte mediana della gola. Meno frequenti, invece, le forme cancerose che colpiscono il naso o le ghiandole salivari.

I sintomi e la diagnosi

Quando si prova raucedine per molto tempo, si sente una massa nel collo, si ha una piaga aperta nella bocca, si prova difficoltà a deglutire, è fondamentale chiedere aiuto a uno specialista. Infatti, si può avere a che fare con una di queste forme tumorali. Un’endoscopia e una biopsia sono esami che possono diagnosticarle. Prelevare un pezzo di tessuto, infatti, è essenziale per fare in modo che gli specialisti possano capire se il tessuto è realmente un cancro. Un stadiazione, poi, cerca di capire quale sia il livello del suo sviluppo, considerando la dimensione, la sede e il numero e le dimensioni delle metastasi. Per realizzarla entra in gioco la diagnostica per immagini, la Tac o la Risonanza magnetica.

Le cure

Filippo Alongi, direttore del dipartimento di radioterapia oncologica dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e professore associato alla facoltà di medicina dell’Università di Brescia, spiega che «la radioterapia è una delle tre modalità di cura» per le forme di cancro alla testa e al collo, «ha un ruolo molto importante: da sola può essere curativa». Oltre a questa, infatti, la medicina mette sul piatto la chemioterapia o l’intervento chirurgico. Un tris che si declina in modo personalizzato, caso per caso. Negli ultimi quindici anni, spiega Alongi, «la radioterapia ha avuto un’evoluzione tecnologica significativa. Oggi lo standard che viene usato per i tumori della testa e del collo è quello ‘a intensità modulata’: riusciamo a modulare e limitare la dose lì dove c’è un organo a rischio, per ridurre gli effetti collaterali, come per esempio la riduzione della salivazione o la percezione del gusto, che peggioravano la qualità di vita». «I tumori del testa-collo sono una nicchia – prosegue il radioterapista oncologo - Fino a quando sono localizzati in sede la possibilità di essere trattati efficacemente con radioterapia o chemioterapia è elevata. Fondamentale è la diagnosi precoce».

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