Tumori al seno: la mortalità è calata del 20%

Archivio

La pandemia non ha fermato la lotta al tumore al seno. Nonostante questo “big killer” sia molto diffuso in Romagna, l’indice di mortalità, grazie al sistema di screening e prevenzione messo a punto, si è abbassato. Nel 2020, infatti, nel territorio dell’Ausl Romagna sono in totale 3.732 i nuovi casi tumorali femminili, di questi 1.142 i tumori al seno.

«Questo ci dà la misura della situazione, tra l’altro fondata su dati certi in quanto la Romagna gestisce l’intero registro tumori della Emilia Romagna – spiega Fabio Falcini, direttore dell’unità operativa di Prevenzione dell’Ausl Romagna –. Stando ai numeri significa che il cancro al seno rappresenta 1/3 dei tumori femminili e tocca un numero elevato di persone. D’altro canto la mortalità è calata del 20%, in altri termini significa che l’80% delle donne colpite dalla malattia è viva. Questo è frutto di una serie di fattori, tra cui la possibilità di poter partecipare agli screening. Proprio la prevenzione e la sensibilizzazione stanno dando i suoi frutti». Anche in questo caso i dati parlano chiaro: nelle donne che aderiscono alla campagna di screening la possibilità di procedere con l’asportazione del seno è diminuita del 40%, viene segnato un -30% di diagnosi di cancro avanzato e la probabilità di morire è diminuita al 50%».

Durante la prima fase della pandemia molte delle attività diagnostiche sono state bloccate e solo a Forlì sono stati sospesi 3.007 inviti agli screening già programmati così come sono stati rinviati 2.785 accessi ambulatoriali. Il piano di recupero, avviato nel mese di maggio 2020, ha portato ad un recupero degli appuntamenti sospesi con un tasso di rientro del 74% chiudendo il 2020 in pari rispetto alla naturale progressione delle chiamate. «Nel giro di pochi mesi, siamo riusciti a trovare una situazione di normalità e non è stato così in altre regioni italiane – aggiunge Falcini -. Nonostante il lockdown, abbiamo proseguito con gli interventi chirurgici e sono stati spostati nel tempo gli interventi per patologia benigna o per completamento del percorso di ricostruzione. Anche nel 2020, nel primo anno del covid, e nel 2021, il numero di interventi è stato lo stesso di quelli degli anni precedenti». Sensibilizzare ogni donna sull’importanza della prevenzione e sulla diagnosi precoce del tumore della mammella, si è rivelato quanto mai fondamentale.

«Questi sono percorsi virtuosi e necessari che scongiurano rischi per la salute, come la morte – concludono l’assessore al welfare Rosaria Tassinari e il sindaco Gian Luca Zattini -. Il nemico da combattere è il fatalismo, perché non è vero che se deve capitare accade. La prevenzione attraverso stili di vita sani e gli screening sono alleati capaci di fare la differenza».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui