Tullio Solenghi a Morciano con il suo show su Woody Allen

Dio è morto e neanche io mi sento tanto bene è il titolo dello spettacolo che apre la stagione teatrale 2022 a Morciano di Romagna. Questa sera nel rinnovato Auditorium della Fiera Tullio Solenghi porta in scena un connubio di prosa e musica che presenta «le parole del genio Woody Allen immerse nella sua musica», come spiega il sottotitolo.

Solenghi ci diletta con la lettura di alcuni esilaranti brani tratti dai libri di Woody Allen, accompagnato dalle musiche che hanno caratterizzato i suoi film più significativi, eseguite dal vivo dal Nidi Ensemble diretto da Alessandro Nidi.

Si passerà così dai “Racconti hassidici” alla parodia delle “Sacre scritture” tratti da “Saperla lunga” allo spassoso “Bestiario” tratto da “Citarsi addosso”, intervallati da brani di George Gershwin, Tommy Dorsey, Dave Brubeck, con uno speciale omaggio al mentore di Woody, il sommo Groucho Marx, evocato dalla musica Klezmer. Una serata in cui, in rapida carrellata, si alterneranno suoni e voci, musica e racconto in un’alternanza di primi piani a comporre un “montaggio” divertente e ipnotico.

Solenghi, come è nato questo omaggio a Woody Allen?

«È nato da una vera e propria sinergia di intenti – racconta l’attore –. Il maestro Alessandro Nidi ha voluto recuperare le musiche che hanno caratterizzato la New York degli anni ’30, ’40 e ’50 e che spesso sono state usate nei film di Woody Allen. Accanto a questo recupero io ho pensato di andare a leggere brani tratti dai suoi libri. Ne viene fuori uno spettacolo che fa dialogare musica e parole».

Il registro è ironico?

«Assolutamente sì, c’è tutta la tipica ironia di Woody Allen. In scena “sfrutto” l’ironia che si fonda sui suoi aforismi storici. C’è sempre grande divertimento dettato dall’immancabile intelligenza di Woody Allen».

Quanto è importante in questo periodo rileggere la vita attraverso il filtro dell’ironia?

«È fondamentale. Credo sia soprattutto importante far ridere ma con intelligenza, come abbiamo sempre fatto con il Trio».

Quali sono i ricordi più significativi che ha dell’esperienza accanto a Massimo Lopez e Anna Marchesini?

«Del percorso del trio mi ha senz’altro colpito il grande riscontro di pubblico che abbiamo avuto con i “Promessi sposi”. Hanno rappresentato un esempio di comicità rivoluzionaria perché fino a quel momento nessuno aveva affrontato in termini comici un racconto lungo, ma si procedeva per singoli sketch da varietà. Abbiamo creato qualcosa di nuovo e dopo trent’anni questo prodotto viene considerato un cult quindi è molto significativo».

Invece in Romagna che ricordi ha?

«Il primo ricordo va al teatro Bonci di Cesena dove nel 1987 il Trio fece il suo debutto ufficiale e testò l’impatto con il pubblico per la prima volta con Allacciare le cinture di sicurezza».

Cosa c’è tra i suoi progetti?

«Con Lopez farò un altro spettacolo ma siamo ancora ai blocchi di partenza. Poi il teatro nazionale di Genova mi ha coinvolto per un omaggio a Gilberto Govi e mi fa molto piacere».

Accanto al pianoforte di Alessandro Nidi completano l’ensemble Giulia Di Cagno (voce e violino), Tea Pagliarini (corno), Massimo Ferraguti (clarinetto), Filippo Nidi (trombone), Sebastiano Nidi (percussioni). Il prossimo appuntamento è mercoledì 16 febbraio con Se non posso ballare non è la mia rivoluzione di Lella Costa. Inizio spettacolo ore 21.15.

Info: 333 2401810

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