Trilogia d'autunno, atto secondo: "Don Giovanni" all'Alighieri

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L’amore, la seduzione, il desiderio assoluto. Don Giovanni, ammonisce il filosofo danese Søren Kierkegaard, non va visto; va ascoltato. Soltanto la musica può svelarne la natura, non di individuo, ma di manifestazione del desiderio assoluto, perpetuo moto di seduzione. E allora quello tra il personaggio e l’opera di Mozart e Da Ponte è un matrimonio di diabolica perfezione, che la Trilogia d’autunno di Ravenna Festival porta in scena come un raffinato congegno a orologeria: questa sera alle 20.30, Don Giovanni è in scena al teatro Alighieri, seconda anta del trittico d’opera che si completa domani con Così fan tutte (l’intero ciclo sarà replicato, a partire da Le nozze di Figaro, dal 4 al 6 novembre). Alla regia Ivan Alexandre, che ha concepito il protagonista come l’età adulta di quel giovane innamorato dell’amore che è Cherubino nelle Nozze…e come il predecessore di Don Alfonso, maestro dei giochi in Così fan tutte. Le produzioni, in arrivo dallo svedese Drottningholms Slottsteater e dall’Opéra Royal de Versailles, vedono impegnata l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Nel Don Giovanni la guida Erina Yashima, allieva di Riccardo Muti per la prima edizione dell’Italian Opera Academy. In scena Christian Federici, Arianna Vendittelli, Robert Gleadow, Iulia Maria Dan, Callum Thorpe, Julien Henric e Chiara Skerath. Il Coro Luigi Cherubini è preparato da Antonio Greco, mentre al fortepiano siede Lars Henrik Johansen; scene e costumi sono di Antoine Fontaine.

«Don Giovanni è rappresentato in prospettiva, con l’eroe in primo piano e tutti gli altri (valletto, donne, rivale…) a rincorrerlo trafelati – spiega il regista Alexandre –. Il protagonista si guarderà alle spalle solo una volta, quando avrà il primo dubbio della sua vita, per pochi secondi, prima di scomparire». Nato dalla penna di Tirso De Molina, con il suo El burlador de Sevilla y convidado de pietra (1630), Don Giovanni arriva a Mozart e Da Ponte attraverso una varietà di fonti, inclusi Molière e Goldoni. E si rivela al contempo il terremoto che scuote il più cupo e misterioso dei titoli di questa trilogia…ma anche lo scoglio immobile – il cuore di pietra – su cui si infrangono le vite delle sue vittime. Il paradosso è che proprio l’insaziabile seduttore, nella sua infinita ricerca di nuove conquiste, è intrappolato nella propria arroganza e ipocrisia. Mozart a stento gli concede un’aria tutta sua: Don Giovanni presta i propri temi a Elvira e Leporello…e canta soltanto una “canzonetta”, Deh vieni alla finestra, che intona interpretando un personaggio “altro da sé”. Dopo tutto il Commendatore, da morto, si muove; Don Giovanni, da vivo, incarna l’immobilismo della sua classe, sospeso sull’orlo di un doppio abisso: l’inferno, sì, ma anche l’irreversibile cambiamento che porrà fine all’Ancien Régime e in qualche modo all’identità fra desiderio e soddisfazione del desiderio, fra volere e ottenere.

Info: 0544 249244
www.ravennafestival.org

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