Trevi: la famiglia di Cesena fondatrice esce di scena

CESENA. Rafforzamento patrimoniale da 150,8 milioni di euro perfezionato per Trevi e conseguente assetto societario rivoluzionato con rapporti di forza radicalmente cambiati. Ora può davvero dirsi definitivamente chiusa l’era della famiglia fondatrice, che aveva ancora in mano un numero di azioni pari a quasi un terzo del capitale totale. A seguito della pesante diluizione derivante dall’aumento di capitale, non avendo esercitato alcun diritto di opzione, il suo peso è scemato a uno “zero virgola”, visto che possedeva poco più di 500 mila azioni, che ora sono diventate più di 15 miliardi. E questo sempre che non abbia ceduto anche quel pacchetto, dettaglio che al momento non è noto ma che nella sostanza cambia poco e niente sul fatto che i Trevisani non hanno più alcuna voce in capitolo sulla creatura industriale che diedero alla luce nel 1957.
Ieri è stato ufficialmente comunicato che si è positivamente concluso l’aumento di capitale di Trevi Finanziaria Industriale Spa. L’operazione ha visto sottoscrivere circa 15 miliardi e 84 milioni di azioni ordinarie di nuova emissione, per un controvalore di 150 milioni e 839.214 euro. In particolare, la tranche di aumento di capitale offerta in opzione ai soci è stata interamente sottoscritta per circa 130 milioni (87,7 milioni tramite versamento di denaro e 42,3 con la conversione da parte delle principali banche finanziatrici di crediti vantati nei confronti della società, secondo un rapporto di conversione pari a 4,5 a 1). I soci istituzionali Fsi Investimenti Spa (società controllata da Cassa Depositi Prestiti) e Polaris Capital Managemen hanno sottoscritto e liberato in denaro un importo totale di quasi 77 milioni e mezzo di euro, diviso in parti uguali, in adempimento degli impegni che avevano preso. La tranche di aumento di capitale riservata alle banche finanziatrici, con esclusione del diritto di opzione, è stata invece sottoscritta per circa 20,8 milioni tramite conversione dei crediti.
Al termine di questo massiccio potenziamento patrimoniale, gli azionisti sono per il 25,67% Fsi Investimenti Spa, per un altro 25,67% Polaris Capital Management, per il 41,85% banche e istituzioni finanziarie e per il 6,81% altri investitori.

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