Trattamento rifiuti speciali, accordo su Ravenna tra Hera e Eni

Ravenna

Certo, la captazione della CO2 finanziata da Eni e il campo eolico e fotovoltaico di Qint’x con il sostegno di Saipem. Ovviamente il deposito di Gnl di Pir ed Edison. Ma anche un accordo ed investimento dello stesso Cane a sei zampe assieme ad Hera per le bonifiche ed il conseguente trattamento dei rifiuti speciali. Un polo dell’economia circolare che motiverebbe, assieme ad altri elementi, la scelta di Ravenna come Zona economica speciale, con le relative semplificazioni e opportunità che ne derivano. Questo lo scenario di breve periodo descritto dall’assessore al Lavoro e Sviluppo economico Vincenzo Colla, intervenuto in un dibattito organizzato alla sala Il Gabbiano di Conselice in un dibattito organizzato dal circolo del Pd locale assieme alla segretaria della Cgil di Ravenna, Marinella Melandri e alla presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e sindaca di Bagnacavallo, Eleonora Proni.

Il componente della Giunta Bonaccini aggiunge pertanto dettagli a prospettive già vagheggiate nei mesi scorsi dal sindaco Michele De Pascale, che nel giugno scorso in un’intervista sul Corriere Romagna aveva parlato di «riflessioni in corso fra Eni ed Hera che noi incoraggiamo, anche sul ciclo dei rifiuti. Si tratterebbe di una grande opportunità economica».

Sinergia tra Eni ed Hera

Ora Colla parla dell’ambito di collaborazione fra i due gruppi: il trattamento dei rifiuti speciali. Sullo sfondo ovviamente ci sono le proprietà di Eni nel Ravennate, riconvertibili e bisognose di bonifica. E c’è il know how dei due gruppi, che per quanto riguarda il Cane a sei zampe è presente in Syndial. Una collaborazione che si svolgerebbe proprio mentre si sono trovati i finanziamenti per l’impianto di trattamento fanghi che costituirà il secondo step degli approfondimenti del Candiano. Potenzialmente, quindi, un futuro che potrebbe vedere progressivamente smaltiti i “residui” della fase industriale del Dopoguerra. Sia nel Candiano che sulle sue sponde.

La relazione di Vincenzo Colla ai militanti intervenuti alla “Festa dell’Unità itinerante” si è poi concentrata sul contesto in cui si incastonerebbe il polo dell’economia circolare del Ravennate, all’interno del quale non si dovrebbe rinunciare «al metano, come abbiamo scritto nel piano energetico depositato in Europa. Un Paese manifatturiero deve mettere l’energia al centro delle proprie strategie», ha spiegato rivolgendosi al Governo. «L’approfondimento del Candiano, il progetto Hub e le infrastrutture che come Regione abbineremo – ha ripreso il ragionamento Colla – rilanciano il porto di Ravenna su una dimensione di importanza nazionale: è riduttivo descriverlo come lo scalo dell’Emilia Romagna. E’ il varco italiano verso la Mitteleuropa, tappa imprescindibile della Via della Seta. Per questo riteniamo che Ravenna debba essere Zona speciale, per cogliere tutte le opportunità che sono necessarie per lo sviluppo dell’Emilia Romagna e del Paese».

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