Tratta di essere umani, 270 persone seguite a Cesena

Cesena

CESENA. Ben 270, tra adulti e minori, le persone seguite dal 2004 ad oggi dagli operatori del progetto “Oltrelastrada”, attualmente compreso nei progetti in capo all’Unione dei Comuni Valle del Savio e gestito da Asp Cesena Valle del Savio. Si tratta di uomini e di donne vittime di sfruttamento sessuale o sul luogo di lavoro e anche donne vittime di mutilazioni genitali e matrimoni forzati. “Quotidianamente – commenta l’assessore ai Servizi sociali Carmelina Labruzzo – i nostri volontari devono fronteggiare situazioni umanamente molto delicate e complesse che coinvolgono anche minori. Spesso accade, ad esempio, che una ragazza non italiana ma residente a Cesena venga ritirata da scuola dalla propria famiglia per poi essere trasferita nel paese di origine per convolare a nozze con un uomo molto più adulto di lei. Lo stesso vale per le donne che chiedono aiuto e sostegno perché abusate o non rispettate dai propri uomini. Sono infatti 114 le persone prese in carico nei percorsi di accoglienza e uscita dalla tratta. Non è semplice: in molti chiedono di essere ascoltati ma, in seguito, decidono di non presentarsi per avviare un percorso condiviso. Per questo è importante fare il punto in giornate come questa in cui a livello europeo si riflette su tragici fenomeni come questo della tratta di esseri umani”.

Proprio in occasione della tredicesima Giornata europea contro la tratta di esseri umani, quest’anno rappresentata anche dall’hashtag #liberailtuosogno, presso la sede dell’Asp di Cesena si è tenuto un incontro di confronto sulle diverse situazioni emerse durante questa estate, per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo e sessuale. “Abbiamo intrapreso – prosegue l’assessore –  il lavoro avviato nei mesi scorsi con i due momenti del gruppo di lavoro e del convegno del 20 giugno su ‘Lo sfruttamento nel lavoro’, prendendo in carico le diverse segnalazioni di persone vittime di sfruttamento e programmando gli interventi da attuare nei prossimi mesi”.

Sulla base dei dati forniti dall’Asp Cesena-Valle Savio, le vittime sono originarie di Paesi come Nigeria, Marocco, Ghana, Guinea, Costa d’Avorio , Camerun, Pakistan,  Bangladesh, Indonesia, Ungheria, Brasile e Romania. Da marzo sono giunte 16 nuove segnalazioni di sfruttamento nel lavoro relative a 8 uomini coinvolti in 4 diverse situazioni di sfruttamento in agricoltura, e a 8 donne, di cui 3 nigeriane sfruttate nel lavoro in agricoltura, 2 in un’azienda che produce conserve, 2 nel settore turistico e una sfruttata nel lavoro di cura presso una famiglia. Su tutte queste situazioni è in corso la valutazione.

Le forme di sfruttamento più presenti sul territorio cesenate hanno a che vedere con l’accattonaggio forzato per strada e in luoghi pubblici e interessano anche l’ambito del lavoro domestico e della cura alla persona (diversi sono i casi di donne provenienti dalla Romania e dall’Indonesia). Non è esente dal lavoro nero anche il settore turistico: sono state accolte e seguite anche nel percorso di denuncia e giudiziario vittime di questo sfruttamento di nazionalità rumena, moldava, camerunense e marocchina ed anche una donna italiana. In alcune situazioni seguite e monitorate è emersa la presenza di contiguità con organizzazioni legate alla mafia con utilizzo di prestanome provenienti dal sud Italia. Queste reti continuano a gestire attività ricettive. Forme di illegalità sono presenti anche nel settore agricolo e degli allevamenti avicoli.

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