Trampolines assolto dopo 13 anni: "C'è felicità e tanta amarezza"

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Si è chiusa dopo 13 anni l’odissea giudiziaria del Trampolines, il ristorante divenuto anche albergo sul lungomare di Riccione, erroneamente accusato di aver commesso degli abusi edilizi. Alessandro Scarponi, figlio di Orfeo titolare del Trampolines, racconta di «felicità mista ad amarezza». Intanto l’ex sindaco Imola plaude alla decisione del Consiglio di Stato che accoglie l’appello del ristoratore: «Il giusto epilogo per un pioniere della Perla verde». Alessandro Scarponi, ex calciatore professionista, è il penultimo dei cinque figli di Orfeo, proprietario dello storico Trampolines. «Non sono direttamente coinvolto nella gestione del locale, – precisa subito – ma non è necessario esserlo per rendersi conto di quanto è successo. Ciò che si evince da questa storia, ciò che lascia, è solo un grande imbarazzo. Quel che è capitato infatti – allarga le braccia – suona tanto importante quanto assolutamente ridicolo». E scende nei dettagli: «Mio padre ha edificato in base ad un permesso ricevuto dallo stesso Comune che poi lo ha denunciato. Una vicenda che rasenta l’assurdo e che di certo è durata troppo a lungo». Quel che fa anche più male, spiega, è che dagli anni Sessanta in poi proprio Orfeo ha contribuito a «lanciare Riccione nel mondo, quand’era costellata solo di campi, operando nei settori più disparati, tra cui quello della ristorazione». Contando unicamente sulle proprie forze, prosegue il figlio, ha tirato su da «una baracca un ristorante, investendo poi considerevoli cifre di tasca sua, per costruire ciò che non esisteva, inclusi i parcheggi sotterranei. E cosa ha ottenuto dopo tanti sacrifici? Solo di esser infamato», si rammarica. Ora, cadute le accuse, dichiara che c’è felicità per aver ricevuto l’assoluzione piena, ma – frena – restano amarezza e delusione dopo una lotta ultradecennale. Tanto più che sarà difficile dimenticarne le conseguenze», dall’alta tensione allo stress alle stelle. Alessandro riconosce che «sì, è stato un periodo gravato da spese legali che è facile immaginare, ma a pesare anche di più sono stati il lato emotivo e il risvolto morale dell’intera faccenda». L’unico sollievo per lui è che i genitori «sono molto forti, ma sarebbero stati di certo meglio – ammette – potendo restare fuori da quest’incubo». Anche se «la consapevolezza di non aver fatto niente di male assicurava grande energia, la pandemia ha lasciato il segno per qualunque attività e l’infamia ci ha messo il carico da dieci», conclude. Intanto ad esprimere grande soddisfazione per il lieto fine è l’ex sindaco Daniele Imola. «Questa giornata costituisce un passo importante per Riccione – commenta –. Scarponi è un pioniere della seconda generazione, dopo figure del calibro di Savioli. Ha promosso il territorio e calamitato qui schiere di turisti, regalandoci con il Trampolines un gioiellino anche dal punto di vista architettonico». Ma non solo. «È stato il primo a creare i parcheggi interrati, nella piazza vicina e poi sotto al suo locale. Il primo a ideare suite dotate di ogni comfort: un modello replicabile ora diffuso in tutto il mondo e invece ridotto a pochi esemplari proprio nella Perla». Ed incalza: «Scarponi ha dato prova di talento innato, imponendosi come esempio su molti fronti e Riccione dovrebbe riconoscerne i meriti». Poi mette i puntini sulle “i”: «Certo ha guadagnato grazie al suo lavoro, ma è molto più grande ciò che lui ha dato al territorio». Peccato che in cambio dell’impegno profuso, punta il dito, «sia stato massacrato per cavilli che gli hanno revocato il permesso di costruzione. Una situazione allucinante che non sta né in cielo, né in terra», fa notare. E lascia filtrare il suo parere: «Ancora più pesante della gogna mediatica è stata quella economica con traumi a catena. Ora finalmente la giusta conclusione, perché Riccione ha bisogno di persone coraggiose e lungimiranti come lui, al di là di come ognuno la pensi in ambito politico», conclude.

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