Tosi e la spiaggia: i messaggi sbagliati e i rischi per i cittadini

Editoriali

Da capo degli eroi a “terrorista” il passo è breve. Brevissimo. Tempo un paio, forse tre settimane e il primario della Rianimazione dell’Infermi Giuseppe Nardi scivola dal gradino più elevato della scala sociale, quello riservato a coloro che ti regalano la possibilità di restare in vita, a quello infimo di potenziale devastatore dell’economia turistica. «Ma questo è matto… Che cavolo dice… basta… Sempre ‘sto terrorismo psicologico».

Sulla pagina Facebook più frequentata dai riccionesi c’è anche chi ha posto il dubbio estremo: «Ma siamo sicuri che sia veramente un primario? Mi sembra di averlo già visto nel pubblico della trasmissione dei pacchi?».
La colpa grave del primario (sì, è proprio il dirigente della Rianimazione) è quella di avere lanciato un appello: «State a casa, non è ancora il momento di tornare alla vita normale né di andare al mare. Rischiamo una strage». Tre settimane fa avrebbe incassato 92 minuti di applausi dai balconi, ieri ha fatto il pieno di sberleffi. «Fa il medico o lo show man?». E’ mancato giusto un classico del populismo contemporaneo, «se vuoi parlare, prima ti candidi», per il resto il repertorio nazional-sovranista se l’è beccato tutto.
Nell’era definita della post verità non c’è da stupirsene. Non valgono i fatti ma le opinioni. Non conta la scienza ma la popolarità di un post. Si ragiona per tifoserie, si entra in azione in brigate, come gli ultras. Il primario Nardi ha avuto il torto di mettersi dalla parte sbagliata del branco riccionese, quello che, armato di tastiera, ha seguito sui social la sindaca Renata Tosi contro l’ordinanza regionale che impone che le spiagge restino ancora chiuse. L’ex capo degli eroi ha osato dire che «non è ancora il momento di andare al mare» e subito gli si sono scagliati contro mettendolo all’indice come «terrorista», nemico del popolo.
Non entro nel merito della battaglia ingaggiata dalla sindaca Tosi. Io e la mia famiglia nutriamo, come tutti, il desiderio di andare in spiaggia ma non mi lasciano indifferenti le posizioni espresse dal primario di Rianimazione e dal presidente dell’Ordine dei medici contro la riapertura dell’arenile. Contesto, questo sì, la modalità di azione della prima cittadina: giovedì sera, prima ancora che uscisse l’ordinanza, aveva già scritto su Facebook che la spiaggia di Riccione sarebbe rimasta aperta, comunque. Un’affermazione falsa e che neppure ieri ha potuto confermare perché non sarà lei a decidere se rimarrà aperta ma, eventualmente, il Tar a cui ha annunciato di fare ricorso. Battaglia discutibile (i medici sono contrari), messaggio sicuramente sbagliato. E che potrebbe indurre qualcuno a prendersi una multa nella convinzione di essere nel giusto.
Poi c’è una questione di responsabilità sociale, non meno importante. Renata Tosi gode di una grande credibilità agli occhi dei suoi concittadini. Una credibilità che, almeno per diversi tra i frequentatori delle pagine social locali, è addirittura maggiore, persino su questioni di salute, rispetto a quella di chi salva loro la vita. Se ne abusa, come evidentemente avvenuto in questo caso, rischia di arrecare danni proprio a coloro che in lei credono. E che poi, magari, trovandosi di fronte alle argomentazioni di un primario di Rianimazione si sentono autorizzati a obiettare “questo lo dice lei”, correndo il pericolo di farsi del male o di arrecarlo ad altri.

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