Tosca D’Aquino a Cesenatico in “Amori e sapori”

È un testo che diffonde profumi di cibo, per banchetti sontuosi di pochissimi ricchi, in una Italia che si andava costruendo. Amori e sapori nelle cucine del principe lo ha scritto Roberto Cavosi rifacendosi all’Italia del 1862, a quella del principe di Salina raccontata nel Gattopardo. Immaginata però dalla parte della servitù, dei cuochi addetti al banchetto.

Si scopre stasera (giovedì 2 marzo) alle 21 al teatro Comunale di Cesenatico dove va in scena lo spettacolo che ha per protagonisti “i cuochi” Tosca D’Aquino e Giampiero Ingrassia oltre a Giancarlo Ratti (Il ruggito del coniglio), al giovane Tommaso D’Alia (1999), e agli esperti Rossella Pugliese e Francesco Godina, per la regia di Nadia Baldi. Coproduzione fra La Contrada Teatro Stabile di Trieste ed Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, si avvale di un autorevole cast anche dietro le quinte, con Luigi Ferrigno per le scene, Carlo Poggioli per i costumi (collabora ai film di Paolo Sorrentino), Ivo Parlati per le musiche originali.

Sullo sfondo di una aristocrazia siciliana decadente che pensa a fidanzare il nipote del principe, nelle cucine si lavora per il banchetto opulento, fra litigi e storie che si intrecciano. C’è Teresa (Tosca D’Aquino), la cuoca che, ex favorita del principe di casa, ha avuto un figlio da lui vent’anni prima e ancora attende uno sguardo dal signore. Segreto che scoprirà Monsù Gaston (Giampiero Ingrassia), il cuoco inviato in aiuto dallo stesso principe; fra i due chef si accendono competizione, ricatti, ironia, mentre si evocano piatti succulenti.

Tosca, negli anni Ottanta Aldo Nicolaj rivisitò la tragedia di “Amleto” in chiave comica attraverso la servitù in cucina. Ora è Cavosi a trattare l’epoca del “Gattopardo” dal punto di vista culinario. Come siete arrivati al testo e all’incontro fra lei e Ingrassia?

«L’idea è partita da Simona Celi del Teatro di Messina che, nel centenario del Gattopardo, pensò a uno spettacolo che lo evocasse. L’autore Roberto Cavosi si ispirò scrivendo un originale testo. Io mi sono trovata coinvolta nella produzione con gran piacere. Non ho mai smesso di fare teatro in questi anni; ma questi “amori e sapori” mi riportano a un teatro di prosa vero, più classico e legato alla mia formazione d’accademia. Altrettanto vale per Giampiero Ingrassia che, bravissimo attore, ha lavorato spesso in spettacoli musicali. Fra noi due c’era stima reciproca, finalmente abbiamo l’occasione di confrontarci sullo stesso palco».

Non si tratta quindi di un “divertissement”?

«No e tengo precisarlo, specialmente perché la mia presenza rimanda forse, in parte del pubblico, a un’idea di un lavoro commerciale. Questo è un signor spettacolo, pure trattato con mano leggera dalla regista Nadia Baldi che ammiro da anni e con cui ho fatto un film. Donna al timone, ha corde visionarie, poetiche, immagina scene come quadri anche surreali, una cucina diciamo futurista, con cappe che diventano le crinoline delle gonne del ballo, insomma, è teatro che incanta».

Che cosa prepara per il sontuoso banchetto del principe?

«I piatti vengono solo evocati, impossibile cucinarli dal vivo; si parla di 30, 40 portate oltre ai dolci. Mi limito a nominare ricette autentiche del tempo, frutto della ricerca minuziosa compiuta da Cavosi, nomino pure pietanze che non esistono più. Era un lavoro immane per i cuochi di allora, privi di attrezzature. A un certo punto invio mio figlio alla ghiacciaia comunale per poter preparare i sorbetti. Amo cucinare nella vita; ma non potrei immaginare di farlo senza planetaria o frullatore».

Da provetta cuoca napoletana, quale ricetta consiglia al pubblico romagnolo?

«Da buongustaia quale sono, una che ama mangiare davvero, come non amare la Romagna? Al di là del cibo, amo i romagnoli perché sono come i napoletani nell’umore! Mi piace tanto cucinare, purtroppo per la silhouette; da noi di domenica si mangia il ragù, fatto con costine di maiale, con manzo e cipolla, lo preparo il giorno prima perché lascio cuocere fino a 8 ore. Poi dentro cucino polpettine, bracioline, mentre con il sugo condisco i paccheri. È dura per me andare in tournée perché mangio tardi la sera ed essendo buongustaia non mi trattengo».

In che altro modo le piace passare il tempo libero, e dove la vedremo prossimamente?

«Sono una lettrice onnivora, amo leggere di tutto anche bei “martufoni”. Rispetto alle mie amiche laureate in letteratura, posso dire di avere letto per intero La recherche di Proust, 7 tomi. Ho appena terminato Caminito di Maurizio De Giovanni legato al suo Ricciardi, è un autore che amo profondamente. Terminato il tour di Amori e sapori nelle cucine del principe riprendo a teatro Fiori d’acciaio; ho anche girato la 4ª serie dei Bastardi di Pizzofalcone e in estate lavoro ad altra fiction. Augurandomi di partecipare anche a qualche bel film perché amo tanto il cinema. Da inguaribile ottimista ci spero». Info: 0547 79274

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui