Torna libero il medico no vax di Ravenna: revocati i domiciliari

La coincidenza temporale è curiosa: da ieri, giorno in cui è stata decretata la fine dello stato di emergenza Covid, è tornato in libertà anche il dottor Mauro Passarini. Da giovedì sera, il medico di base 64enne arrestato nell’autunno scorso in seguito allo scandalo sui vaccini simulati per falsificare i green pass dei pazienti no vax, non è più agli arresti domiciliari. Una decisione arrivata dopo l’ultimo interrogatorio reso martedì su richiesta della Procura. Assistito dall’avvocato Carlo Benini, il dottore di Marina di Ravenna ha riconfermato quanto già confessato in merito alle accuse di falso, peculato e corruzione, pur continuando a negare di avere percepito soldi in cambio delle finte somministrazioni di siero contro il virus.

Decine di indagati

L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Angela Scorza conta svariate decine di indagati, contemplando sia numerosi assistiti sia altre persone giunte appositamente a Ravenna anche da fuori regione per i vaccini fittizi del medico. Devono rispondere di concorso in falso, alla luce dei green pass ottenuti pur non avendo ricevuto alcuna dose, oppure sottoponendosi a un’iniezione “diluita”. Tra loro figurano anche medici, infermieri e operatori socio sanitari, oltre a esponenti delle forze dell’ordine, e sportivi, tra i quali un istruttore di tennis.

Nella fitta rete delle 294 persone vaccinate da Passarini a partire dall’estate scorsa, gli investigatori della Squadra Mobile hanno sequestrato 191 certificati verdi (di cui solo uno riconsegnato). Un numero esorbitante rispetto alla media dei colleghi convenzionati con l’Ausl Romagna, che nello stesso intervallo di pochi mesi hanno vaccinato meno della metà dei propri pazienti. A partire da giugno 2021 e fino al giorno dell’arresto, il 64enne risulta aver ritirato 71 flaconi prenotati dai laboratori di Pievesestina, sufficienti a fornire tra le 400 e le 500 dosi. Una parte di questi sono stati sequestrati nei due ambulatori del dottore, non solo inutilizzati, ma anche danneggiati perché conservati fuori dal frigorifero, e quindi ormai inefficaci.

Inchiesta partita da lontano

A dare il via all’indagine, come noto, è stata la segnalazione di una donna residente a Belluno, insospettita dal fatto che l’ex compagno, convinto no vax, aveva a sua insaputa portato la figlia adolescente a Ravenna insieme alla nuova compagna per farsi vaccinare da Passarini. La madre aveva deciso di sottoporre la ragazzina a un test anticorpale, scoprendo che in realtà nel suo sangue non c’era traccia di difese contro il virus della Sars-Cov2. Era il 17 ottobre quando, in occasione della nuova “gita” al mare per ricevere la seconda dose, la Polizia di Stato è entrata a sorpresa nell’ambulatorio di viale Spalato. Il 64 aveva in tasca ben 1.555 euro. Secondo la Procura i soldi sequestrati corrispondono alla “parcella” pattuita. Ma l’indagato ha sempre negato di essersi fatto pagare. Ha sostenuto invece di avere ritirato quella somma in vista di un corso di meditazione a Padova organizzato da un pranoterapeuta, lo stesso “guaritore” che avrebbe inviato a Ravenna la famiglia bellunese dalla quale ha preso il via tutta l’inchiesta.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui