"Tieni in forma il tuo cuore", forlivesi in fila per il controllo

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Tutti in piazza Saffi per un check-up, i forlivesi “hanno a cuore” la propria salute. Ieri, sin dalle 10 e per tutta la mattinata, centinaia di cittadini si sono recati alla clinica mobile dell’Ausl e ai gazebo dell’Associazione cardiologica forlivese, della Fondazione Myriam Zito Sacco e del team “Viva”, la task force composta da medici e infermieri di Rianimazione, Pronto soccorso, Medicina d’urgenza, 118 e Cardiologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, per ricevere consigli e sottoporsi agli esami di valutazione del rischio cardiovascolare.

Erano veramente tantissimi, al punto che dopo appena mezz’ora dall’apertura degli stand, le prenotazioni di uno screening arrivavano sino alle 17.30. Nonostante l’incertezza meteorologica è stata un successo, quindi, la prima giornata della campagna regionale “Tieni in forma il tuo cuore” che ha debuttato proprio nel capoluogo romagnolo. A sancire la valenza dell’iniziativa per la giunta dell’Emilia-Romagna, era presente l’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, il quale ha tenuto a battesimo il convegno “Prevenzione cardiovascolare: una sfida per molti attori” dando all’attenzione e all’impegno che la sanità forlivese pongono sul tema, un’importante investitura.

«In questa città è stato avviato da tempo (a partire dal 2016 ndr.) un progetto di sensibilizzazione e istruzione della popolazione finalizzato al corretto primo intervento dei cittadini stessi in caso di situazioni critiche e questa iniziativa coinvolge le scuole, sin dalle medie e non solo dalle superiori e questo è importantissimo – afferma Donini –. E’ basilare sapere riconoscere un arresto cardiaco, capire come chiamare il 118 e intervenire personalmente con un massaggio cardiaco tecnicamente corretto ed eventualmente con un defibrillatore se fosse disponibile. Per questo intendiamo estendere questa progettualità su scala regionale, perché puntiamo moltissimo sulla prevenzione e la nuova legge, che come Emilia-Romagna abbiamo voluto fortemente, di depenalizzazione dell’uso del defibrillatore da parte del personale non sanitario, può sgravare dal dubbio se intervenire o meno in caso di emergenze. E farlo, in queste situazioni, è cruciale».

Anche perché le malattie cardiovascolari sono la prima causa di decesso anche in regione «dove siamo a 16mila morti, più di quanto ne abbia causati il Covid», afferma l’assessore. Ogni anno 20mila cittadini sono colpiti da uno scompenso cardiaco, 65mila soffrono di cardiopatie e a Forlì «l’indice di mortalità per malattie legate al sistema cardiocircolatorio è pari a 418 ogni 100mila abitanti». Molto alta, più della media di una regione che, su prevenzione, diagnosi e assistenza medica, sta facendo molto.

«Grazie alla rete cardiologica abbiamo organizzato un sistema che sia nell’emergenza-urgenza, sia nella terapia ospedaliera, sta funzionando bene e i casi sono in calo – dichiara Donini –. La prevenzione, però, resta il principio fondativo perché ci sono fattori che non vanno trascurati. L’iniziativa partita da Forlì dimostra che i cittadini si sono sentiti pronti e si sono fatti trovare per avere una prima forma di screening: dall’assetto lipidico e glucidico alla valutazione della massa corporea, dai colloqui per stimolare un corretto stile di vita al controllo della fibrillazione atriale asintomatica che può provocare ictus ed embolie. I forlivesi che sono passati in piazza Saffi hanno, adesso, la propria “carta del rischio”».

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