"The lockdown blues” : esce il disco di Don Antonio e amici

RAVENNA. “The lockdown blues” sembra un titolo proveniente dal Delta del Mississippi, o da un campo di cotone di un secolo fa, invece è quello del concerto che quattro coraggiosi amici musicisti romagnoli hanno fatto davanti a nessuno, il primo maggio scorso. Sono Nicola Peruch alle tastiere, Roberto Villa al basso, Vince Vallicelli alla batteria e Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, alle chitarre. È stata per loro un’esperienza emozionante, e un successo via streaming, quindi si è deciso di trarne un disco, che sarà lanciato lunedì 18 maggio.
Don Antonio, come è nata questa iniziativa?
«In pieno lockdown, quando imperversavano concerti casalinghi in streaming, avevo giurato che non li avrei mai fatti, ma Renato Lombardi, della Lombardi Amplificazioni, ha avuto un’idea stimolante: già il 25 aprile aveva montato un impianto gigantesco verso la valle del Montone per realizzare un “dj set per nessuno”, con l’intenzione di dare un segnale che la musica stava riprendendosi gli spazi. Per il Primo maggio, con il patrocinio del Comune di Castrocaro Terra del Sole, si è voluto dare un altro segnale, legato alla Festa del lavoro, di come fare musica sia un mestiere, e come tale vada trattato. Ho aderito con entusiasmo a questo messaggio, insieme ad altri tre che Lombardi ha convocato, così abbiamo fatto, credo, l’unico concerto con musicisti compresenti di quel giorno, dalla sede della Lombardi amplificazioni, con le casse da trentamila watt rivolte verso la vallata».
Così è finito in streaming anche lei.
«Ebbene sì, anche se non era in programma, perché quella di trasmettere il concerto è stata una decisione dell’ultimo momento; anche a causa delle difficoltà ad avere le autorizzazioni, l’abbiamo annunciato solo il giorno prima, ma nonostante questo abbiamo avuto quasi trentamila collegati da tutto il mondo».
Un grande successo, quindi.
«Considerato che non c’era nessun grande nome del pop coinvolto, sì. Circa dieci volte quanto ci aspettavamo, ma al di là del successo, si è innescata una grande circolazione di energia, soprattutto tra i musicisti che ci hanno contattato nei giorni seguenti, che hanno visto l’evento come la ripresa di un discorso interrotto».
Come siete riusciti ad organizzarvi così in fretta?
«In effetti è bizzarro, perché tutti avevamo le agende piene di eventi annullati: io dovevo essere in tour negli Usa, Nicola in tour con Zucchero, Vince al lavoro sul suo progetto di blues romagnolo, e Roberto nel suo studio di registrazione. Ci siamo mandati un sms del tipo: “Immagino che non avrai niente da fare il primo maggio”, ed è stata fatta, pur senza la possibilità di provare, infatti abbiamo suonato materiale che avevamo già suonato insieme. Ciò che rende irripetibile il set è stato però l’utilizzo della strumentazione vintage di cui dispone Lombardi, da cui è passata la storia della musica, infatti non abbiamo toccato una nota o un suono in postproduzione».
Cosa avete suonato, nello specifico?
«La base sono i brani che abbiamo suonato Vince ed io, insieme a grandi formazioni, negli anni ’90 e quando ci siamo ritrovati due anni fa, più un paio di cover. Alcuni pezzi sono miei, altri di Vince, in particolare relativi al lavoro che lui ha fatto negli ultimi anni sul dialetto. C’è tanta Romagna, sia nei suoni che nelle parole cantate in dialetto, e tanta atmosfera di confine, un concetto molto caro a noi che riteniamo che la collina romagnola sia il confine tra l’Adriatico e il Mississippi».
Come sarà distribuito il disco?
«Considerato che i negozi di dischi sono chiusi, e mettere in piedi una distribuzione in queste condizioni avrebbe richiesto mesi, ci siamo appoggiati alla piattaforma Bandcamp, dove dal 18 maggio si potranno scaricare i file, e richiedere la spedizione del compact disc. Chi lo farà avrà tra le mani la bellissima copertina, realizzata tramite un intaglio a mano su legno da Sara Paioncini. Se le richieste saranno numerose, mi piacerebbe fare anche una piccola tiratura in vinile, perché il suono vintage e il genere di musica che abbiamo suonato si adattano molto bene al vecchio long playing».
Cosa possiamo aggiungere in conclusione?
«Ci tengo molto a ribadire il concetto della musica come lavoro, legato anche al tema del Primo maggio: la musica è un lavoro, e va pagata, anche poco, ma va pagata, perché i musicisti sono lavoratori. Il digital download di “The lockdown blues” costerà 7 euro più Iva, e il cd 10 euro più Iva, che sono cifre simboliche, ma invito il pubblico a comprarli, per dare un segnale in questo senso».
Dal 18 maggio “The lockdown blues” sarà disponibile sulla pagina lamormiononmuore.bandcamp.com.

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