Tempi di recupero week, contro lo spreco alimentare

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C’è un lato gourmet della lotta allo spreco alimentare. Da qualche anno lo coltiva l’associazione Tempi di recupero di Faenza. Per accendere i riflettori sul tema torna la Tempi di Recupero Week da sabato 5 al 15 febbraio, con la partenza in concomitanza con la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market, con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero della Transizione Ecologica e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. L’annuncio della Tempi di Recupero Week sarà dato dal promotore Carlo Catani, in occasione dell’evento ufficiale della Giornata domani dalle 10.30 a Roma, nello Spazio Europa (streaming al link: https://www.youtube.com/watch?v=kXt6U0nUSpo). Durante la Week 2022, ogni partecipante, chef, cuoco, azdora, gourmet, avrà carta bianca per costruire il proprio menù e raccontare il proprio “recupero” a tavola, raccontandolo in tre declinazioni: il riuso, il recupero di ricette e saperi della memoria, il quinto quarto. L’obiettivo è sempre di valorizzare e raccontare il recupero in tutte le sue forme e consolidare la Rete di Tempi di Recupero.

Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che porta la firma dell’agroeconomista Andrea Segrè, è l’occasione per sensibilizzare su una questione centrale del nostro tempo anche attraverso la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, fondato da Last Minute Market. La recentissima indagine “Food & waste around the world”, il primo rapporto globale sul rapporto fra cibo e spreco firmato da Waste Watcher International Observatory on Food & Sustainability, realizzato con un monitoraggio in 8 Paesi del mondo, Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Canada, Cina, porta buone notizie. All’indagine hanno preso parte 8mila cittadini, con un campione statistico di 1000 interviste per ciascun Paese. Sono gli italiani a guidare la “hit” dei popoli più virtuosi del pianeta, con 529 grammi di cibo sprecato a testa nell’arco di una settimana. All’opposto, i cittadini statunitensi auto-denunciano lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Subito dopo ci sono i cinesi con 1153 grammi, quindi i canadesi con 1144 g, seguono i tedeschi con 1081 g, quindi sotto il kg, arrivano i cittadini inglesi (949 g), spagnoli (836 g) e i russi, (672). Sempre l’Osservatorio Waste Watcher ha monitorato i comportamenti virtuosi: si parte dal momento dell’acquisto, perché il 74% degli intervistati (ben 3 italiani su 4) dichiara di ricorrere a una lista della spesa, prima di avventurarsi negli acquisti del cibo. E il 57% va oltre, predisponendo un menù settimanale con indicazione dei piatti che intende cucinare di giorno in giorno. Momento strategico è quello del controllo della cucina, dal frigo alla dispensa, per stimare esattamente la quantità e lo stato dei viveri: l’82% dei consumatori italiani verifica cosa deve essere consumato prima, e l’80%, 4 italiani su 5, si assicura attentamente che le quantità cucinate non siano eccessive. Se poi un cibo è appena scaduto, il 78% cerca comunque di verificarne l’edibilità, mentre il 77% ha già pre-congelato il cibo che sapeva di non poter consumare prima della scadenza. Ancora pochi i consumatori che al ristorante chiedono una family bag: solo il 40%, ovvero 4 italiani su 10. Una ‘timidezza’ tutta europea, perché negli Stati Uniti il 74% degli avventori al ristorante ha l’abitudine di chiedere la family bag per gli avanzi, il 68% in Canada e il 61% in Cina. Scendiamo al 44% in Spagna e Germania, e al 37% in Russia e Regno Unito.

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