Tatuaggi? Vacanze? Sì, ma con il prestito dal monte dei pegni

Nell’ultimo anno l’attività ha aumentato i propri clienti dell’11%, le polizze sono cresciute del 16%, i crediti del 21% e i volumi addirittura del 35%. Sono i numeri di ProntoPegno, marchio di Banca Sistema che si occupa di effettuare l’attività di credito su pegno e che a Rimini ha una sua filiale in Corso d’Augusto. È qui che ogni anno, verso ottobre, tanti operatori turistici della riviera portano alcuni dei loro oggetti preziosi, con l’obiettivo dichiarato di prendere a prestito denaro per effettuare opere di ammodernamento o di manutenzione all’interno delle strutture di loro proprietà. A confermarlo è Giuseppe Gentile, direttore generale di Kruso Capital, società di Banca Sistema che è titolare di ProntoPegno. «Siamo arrivati in Romagna nel 2018 – spiega – acquistando la filiale riminese dove fino ad allora si trovava la Cassa di risparmio di Rimini e abbiamo così riaperto un mercato che, fino a quel momento, era residuale». In cinque anni di attività quel luogo è diventato un punto di riferimento soprattutto per i titolari degli stabilimenti balneari, «perché – riprende il discorso Gentile – bisogna sfatare il falso mito che da noi vengano solo persone “alla canna del gas”. Il nostro è infatti un prodotto che offre notevoli vantaggi», il primo dei quali è la velocità, dato che l’operazione viene effettuata nel giro di un quarto d’ora. «Una volta trovato l’accordo sul prezzo, il finanziamento viene dato immediatamente in contanti fino a cinque mila euro, tramite carte prepagate erogate da noi o, in alternativa, con bonifico bancario». Inoltre, cosa non da poco in un contesto soprattutto di grande crisi, non vi è alcuna analisi sul merito creditizio del cliente e nemmeno sulla sua capacità reddituale, in quanto la garanzia è data dal bene stesso. I soli controlli effettuati sono quelli legati all’effettiva proprietà dell’oggetto, oltre, ovviamente, all’antiriciclaggio. «Non per caso – dice il direttore generale – i nostri dipendenti sono sostanzialmente dei periti che, una volta stimato il valore del bene, danno finanziamenti per importi non superiori all’80% del valore del collaterale».

Credito su pegno

Ma come funziona il credito su pegno? Il concetto è semplice: la persona interessata porta un bene – solitamente oro, argento, pietre preziose o orologi – e in cambio gli viene dato del denaro sotto forma di prestito per un periodo di tre, sei o dodici mesi a un tasso di interesse che, in questo momento, si aggira intorno all’8,5%. A scadenza, il beneficiario può riscattare il bene, rinnovare il finanziamento oppure, molto semplicemente, non presentarsi più, perdendo così la titolarità su quanto dato in garanzia. Una prassi, quest’ultima, che tuttavia avviene in rarissime occasioni, al punto che nella filiale di Rimini del gruppo – che attualmente conta 830 clienti e 1.400 polizze attive – solo l’uno per cento dei collaterali dati in pegno finisce poi all’asta. Il tasso di riscatto o di rinnovo, insomma, è davvero elevato, anche perché bisogna dire che le cifre medie erogate sono comunque piuttosto contenute: dai 1.200 ai 1.300 euro. «Il 92% dei preziosi dati in pegno costituiscono oro e il tempo medio di finanziamento è di sei mesi – chiarisce Giuseppe Gentile – il che ci consente di avere un controllo continuo del rischio, dato che in questo lasso di tempo la fluttuazione del prezzo è comunque contenuta». E in caso di furti o rotture? «Ogni singolo oggetto è assicurato per un importo pari al 150% dell’effettivo valore».

I clienti

Tornando alla clientela, questa è piuttosto variegata. Come detto si rivolgono al ProntoPegno di Rimini tantissimi operatori del settore turistico, ma anche un numero cospicuo di stranieri che, non avendo tutele o contatti a tempo indeterminato, non riuscirebbero altrimenti ad accedere ad alcun tipo di forma di prestito. Se però i clienti nel tempo non sono sostanzialmente mutati, le motivazioni alla base delle richieste si sono invece arricchite, perché oltre alle più classiche esigenze di liquidità o di lavori da effettuare all’interno della propria impresa, oggi si sono unite altre giustificazioni, come l’andare in vacanza, l’iscrizione a un centro estetico o la spesa per farsi un tatuaggio.

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