Tastingbook premia Luca Gardini come miglior degustatore del mondo

Ci voleva tutta l’energia e la maestria della Romagna per spezzare un impero che, nel mondo del vino italiano, durava da tre anni. Basta James Suckling (il celebre esperto americano), secondo la rivista Tastingbook.com, la più grande fonte di informazioni sul vino che esista, ora il miglior critico al mondo dei vini della penisola è il “wine killer” cervese Luca Gardini. Il riconoscimento, per alcuni considerato come il “pallone d’oro” del settore wine, è arrivato nei giorni scorsi e corona una carriera, quella dell’esperto romagnolo, che non sembra volersi mai fermare. La scalata al successo è iniziata nel 2004 con la vittoria del titolo di miglior sommelier d’Italia. Un primo premio a cui, ben presto, se ne sono aggiunti tanti altri, tra cui quello di miglior sommelier d’Europa nel 2009 e infine di miglior sommelier del mondo nel 2010. È stato il primo italiano entrato a far parte della ristrettissima cerchia di esperti i cui punteggi vengono accolti sulla prestigiosa “Wine-Searcher” (al fianco di nomi, solo per citarne un paio, come Robert Parker e Jancis Robinson) e ora anche la grande famiglia di Tastingbook.com si è dovuta inchinare al fenomeno Gardini.

Rivoluzione

Ma se pensate che le coccarde appese su un muro siano ciò che soddisfa l’uomo, vi state sbagliando di grosso. La sola grande passione di Luca Gardini è il vino. Ama sentirne i profumi, adora degustarlo e gli piace tanto berlo. Ad avviarlo alla carriera sono stati due fuoriclasse come Veronelli e Pinchiorri. In pratica: il gotha italiano in fatto di nettare di Bacco. Per anni Luca e i suoi maestri si sono chiusi dentro le cantine a studiare, assaggiando migliaia e migliaia di etichette. E quello che ne è uscito è stato un palato tra i più raffinati e un olfatto che farebbe invidia a un segugio. Alla cieca è infatti praticamente imbattibile.

Ad un certo punto, però, dentro la mente di Gardini qualcosa è cambiato. Basta fare il sommelier e dopo aver appeso giacca e cravatta al chiodo ha deciso di intraprendere la strada del critico. L’obiettivo fin da subito è stato uno e uno soltanto: tramutarsi in uno tsunami per quel mondo di cui, fino al giorno prima, aveva fatto parte. Dopo aver imparato dall’interno, ha voluto scardinarlo dall’esterno, cercando in tutti i modi di togliergli quella patina di vecchio e di altezzoso che aveva voluto innalzare il vino da bevanda popolare a prodotto per l’élite.

Luca Gardini la chiama degustazione semplice e quella parola l’ha tramutata in un maglio per frantumare, colpo dopo colpo, troppe ideologie. La prima cosa è stata mettere nel cassetto l’elenco puntato di profumi per la maggior parte del pubblico incomprensibili. «Mango, papaya, mela, kiwi, se vuoi la frutta vai dal fruttivendolo» è una delle frasi celebri delle degustazioni in pubblico del romagnolo. Ha mandato in pensione pseudo profumi come la crosta di panettone e gli idrocarburi, lasciando spazio a quei due o tre odori primari che chiunque può sentire se accompagnato dalla guida giusta.

Punteggi

Una volta nella penombra del suo ufficio di Cesena, però, Luca Gardini si trasforma. Lì non è più Gardini il comunicatore, ma Gardini l’esperto che assaggia ad occhi chiusi, per trovare la massima concentrazione. Le parole, in questi momenti, non esistono e ciò che resta di decine e decine di bottiglie assaggiate e ragionate sono i punteggi. Numeri che potrebbero sembrare non valere nulla, ma che in realtà sono tra i più ambiti nel mondo del vino e che finiscono in alcuni dei quotidiani e delle riviste più celebri d’Italia, oltre che sul suo blog personale. Ecco il perché del riconoscimento internazionale di Tastingbook.com. «Sono veramente orgoglioso di questo riconoscimento – commenta Gardini – che premia il lavoro svolto negli ultimi anni per mantenere il mio blog indipendente gardininotes.com, sempre aggiornato e accessibile a tutti».

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