Sul tetto della via in Portogallo

Ottava tappa: Barcelos-Tui per un totale di circa 70 Km; cielo almeno inizialmente nuvoloso con il consueto vento freddo, teso, da nord, discretamente rafficato che ha creato difficoltà nel procedere ad un ritmo accettabile; i primi km sono stati una vera sofferenza; poca velocità e notevole sforzo fisico! La tappa si è evidenziata subito in quello che è stato il suo elemento caratteristico: montagna con salite a ripetizione, ventose e assolate. Le asperità iniziali da superare sono state l’alto de Portela e l’alto de Albergaria che sono la porta di ingresso per la valle del rio Lima. Siamo nella verde regione del rio Minho. Abbiamo attraversato un numero infinito di piccoli paesi senza mai fermarci (anche perché spesso si trattava semplicemente di nuclei di case, senza servizi). Alla fine della discesa siamo giunti a Porto Lima che si è rivelata la solita convulsa città portoghese con un traffico impossibile per cui ho rischiato un paio di volte di essere travolto dalle autovetture che sembravano quasi impazzite. In lontananza il ponte di pietra sul fiume Lima, in cui i Romani vedevano il mitologico Lete, il fiume dell’oblio che cancellava le memorie, e non volevano attraversarlo per paura che spazzasse via il ricordo della patria dalla loro memoria e dal loro cuore. Il ponte fu edificato sotto Augusto, divenendo nei secoli punto chiave di snodo anche per i pellegrini che si recavano a Santiago. Abbiamo proseguito e abbiamo raggiunto tramite una lunga salita l’Alto da Portela grande che con i suoi quasi 400 metri rappresenta il tetto della via in Portogallo. Siamo ridiscesi verso Rubaies, gruppo di case disseminate nella valle del Rio Coura. Qualche piccola chiesetta tristemente chiusa, quasi abbondonata. Poi siamo risaliti per una nuovo tratto in salita, discretamente faticoso, per raggiungere il santuario di Sao Bento da Porta Aberta del XVII secolo per poi ridiscendere verso Valenca do Minho, l’ultima città portoghese prima di entrare in Spagna; la città fu provvista di mura, che ancora oggi si ammirano, da parte dei re Portoghesi Sancho I e Alfonso II. Oggi Valenca è una città moderna, apparentemente molto viva. Ma a questo punto era indispensabile passare il confine per entrare in Spagna; il rio Minho che scorre tranquillamente e pigramente rappresenta la divisione fra i due Stati; abbiamo attraversato in bici il ponte di metallo sul Minho per arrivare a Tui la prima cittadina spagnola. E’ stato un momento di grande emozione; la tappa di oggi estremamente impegnativa ci aveva fatto dubitare di poter raggiungere almeno Tui. Stringendo i denti, facendo appello alle energie residue siamo riusciti a superare anche questa difficoltà. Il Cammino di Santiago è in grado di fornite determinazioni e motivazioni impensabili in grado di far superare i nostri limiti psico-fisici. Finalmente a Tui a 115, 45 km da Santiago! La meta è sempre più vicina. Tui, già sede vescovile sin dal V secolo, presenta una immensa e imponente cattedrale-fortezza la cui costruzione risale al 1120, durante il regno di Alfonso IX. Comunque delizioso il piccolo centro storico. I pellegrini incontrati durante la giornata non sono stati in numero eccessivo a piedi e veramente sparuti in bicicletta: ritengo che il clima, i frequentissimi incendi in Spagna e Portogallo abbiano rappresentato per molte persone un deterrente ad intraprendere il Cammino di Santiago. Domani altra tappa in cui incontreremo salite; facciamoci coraggio!! Buen Camino

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