Suba Seeds: pace fatta dopo il caso tamponi a Longiano

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Le tensioni a tema green pass e tamponi per i non vaccinati alla Suba Seeds sembrano definitivamente rientrate. A farle rientrare la scelta dell’azienda di tornare sui propri passi e sostenere il costo dei tamponi che in un primo momento aveva previsto fossero a carico dei lavoratori che ne usufruivano. Questo accordo ha passato indenne anche l’assemblea dei lavoratori di due sere fa, a cui hanno partecipato una quarantina di lavoratori.

Le tensioni erano emerse nelle scorse settimane quando Suba Seeds, azienda longianese del comparto sementiero che vanta circa 180 dipendenti, aveva annunciato l’intenzione di introdurre l’obbligo di green pass per i lavori anche per tutelare, così aveva spiegato, il delicato e cruciale periodo di produzione che non può subire le interruzioni che un eventuale focolaio in azienda rischierebbe di provocare.

Sono una ventina circa i lavoratori che per ottenere il green pass, non essendo vaccinati dovranno sottoporsi regolarmente a tampone, circa la metà si era rivolta a Cgil, Cisl e Uil lamentando il fatto che i costi del tampone sarebbero stati a loro carico. La mediazione tra azienda e sindacati ha portato a un accordo che da lato vede l’azienda ferma sulla scelta di ricorrere al green pass, dall’altro cede alla richiesta dei sindacati di farsi carico dei costi dei tamponi.

Pace fatta, quindi, almeno per ora.

A rimescolare le carte in tavola potrebbero essere infatti i provvedimenti di cui sta discutendo in questi giorni il Governo, che sembra essere orientato ad introdurre l’obbligo per le pubbliche amministrazioni ma anche per le aziende private, provvedimento che potrebbe contenere anche indicazioni stringenti rispetto alla possibilità o meno per le aziende di farsi carico del costo dei tamponi per i non vaccinati.

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