Strada Mandrioli: milioni per lavori ma non basta: "Serve Anas"

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La Provincia di Forlì-Cesena è intervenuta in questi anni e sta intervenendo, compatibilmente con le risorse a disposizione, «per tamponare le situazioni più critiche» della Strada provinciale n.142 dei Mandrioli. E dal 2019 con continui confronti con Anas, Regione e Ministero, si sta sollecitando il passaggio della strada nel patrimonio e nelle competenze di Anas. Lo sottolinea in una nota Enzo Lattuca, presidente della Provincia Forlì-Cesena, nonché alla guida dell’Unione Valle Savio e sindaco di Cesena. La Provincia -spiega - si è impegnata e si sta impegnando, «limitatamente alla sua capacità finanziaria». E a conti fatti, «in quattro anni ha investito poco meno di 1.343.000 euro». Per il disgaggio e la posa di reti e di barriere paramassi, l’ente ha speso più di 950.000 euro. Per realizzare manufatti e barriere di sicurezza al km. 5 e ai km. 9+600 e 9+700 sono stati investiti circa 300.000 euro. Per lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali sono stati spesi 100.000 euro. Inoltre, numerosi interventi sono stati eseguiti in economia diretta dal personale stradale. Nel programma triennale delle opere pubbliche - continua il presidente della Provincia - l’ente ha previsto per la manutenzione della strada dei Mandrioli investimenti per oltre 2 milioni di euro: precisamente, 2.093.615 euro. Nel 2022 saranno realizzate opere di manutenzione straordinaria delle pavimentazioni stradali al km. 7 ed al km. 9 per 200.000 euro, mentre nel 2023 abbiamo stanziato 672.000 euro per la messa in sicurezza del ponte sul fosso di Becca. Sempre l’anno prossimo, sono in programma il disgaggio e la posa di reti paramassi in località Scalacci ai km. 4+500-km. 5+500 per 775.000 euro, il ripristino delle barriere di sicurezza ai km. 4+100-km. 5+800 per 646.542 euro. Lattuca riconosce che le risorse economiche investite, pur notevoli per la Provincia, non sono comunque adeguate per superare i problemi. «Per dare una soluzione definitiva - conclude - sono stati avviati dal 2019 continui confronti con Anas, Regione e Ministero delle Infrastrutture, perché la strada possa rientrare nel patrimonio Anas, che dispone di risorse adeguate ad affrontare le problematiche evidenziate, tenuto anche conto che rappresenta un itinerario alternativo alla E45».

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